l'editoriale
Cerca
Il Borghese
02 Luglio 2025 - 05:50
A che gioco sta giocando (con le fabbriche e i posti di lavoro) Stellantis? Se il ceo Antonio Filosa ha promesso un nuovo piano industriale a breve, con la promessa di nuove produzioni, nel 2030, anche per Mirafiori, è difficile ignorare il peso delle parole del suo "vice", ossia Jean Philippe Imparato, capo di Europe Enlarged. Il tutto mentre continuano a rimbalzare le voci di una possibile clamorosa fusione del valore di 42 miliardi. Insomma: che sta capitando?
Partiamo da ieri e dal peso che le parole possono avere, soprattutto in un certo contesto. Jean-Philippe Imparato, capo di Europe Enlarged di Stellantis, che ha sede a Torino, ha parlato a Montecitorio, nell'ambito degli Stati Generali sull'Energia di Forza Italia. Il che significa che il suo pubblico era politico, che ad ascoltare c'era - in senso metaforico - il governo. Sarà per questo che ha ribadito il concetto del costo dell'energia che era stato sollevato durante l'audizione di John Elkann, anche se con parole diverse. Ossia che produrre un'auto costa molto meno in Spagna o in Francia che in Italia.
La politica poi (e non è un caso che certi temi lo stesso Imparato li avesse sollevati sempre a un convegno di Forza Italia, qui a Torino) deve essere la sponda per riuscire dove non è riuscita la pur potentissima lobby dell'automotive: ossia convincere l'Europa a rottamare, assieme alle vecchie auto), anche l'intero Green Deal. L'alternativa? Una crisi industriale gravissima e "decisioni difficili" da prendere entro la fine dell'anno. "Potremmo dover chiudere delle fabbriche".
Ecco: ma quali? Mirafiori forse? No, a dar retta al ceo Filosa, perché il suo obiettivo è mantenere la produzione con tutta la "famiglia della Fiat 500"), ossia la Ibrida che vedremo a brevissimo e che sarà prodotta da novembre. La nuova elettrica, però, arriverà solo nel 2030. Pomigliano? No, perché secondo Olivier Francois, ceo di Fiat, in una intervista a El Mundo "la Pandina continuerà a essere prodotta, anzi speriamo che altri prodotti si aggiungano a Pomigliano". Melfi? Non pare, perché aspetta la nuova Lancia Gamma e l'erede della Renegade. I sospetti portano ad Atessa.
Questo perché, parlando delle norme UE sulle emissioni di CO2 e la possibilità concreta di pagare multe per 2,5 miliardi di euro, bisogna aumentare la produzione (e vendita) di veicoli green: "Ho due soluzioni - ha detto Imparato -: o spingo come un matto sull’elettrico... o chiudo la produzione di ICE (ossia i veicoli con motore endotermico, ndr). E quindi chiudo le fabbriche". Nello specifico, Atessa con i suoi veicoli industriali.
In ogni caso, sembra di vedere Stellantis giocare al solito gioco: fare pressione sulla politica sventolando la carta della chiusura delle fabbriche o della cassa integrazione. Mentre, nel frattempo, si punta (forte) anche sugli altri tavoli. È stata la testata Affari Italiani (poi ripresa da diverse altre) a riportare di rumors su una possibile clamorosa operazione negli Stati Uniti, dove John Elkann ha già annunciato investimenti per 5 miliardi di dollari e dove Filosa ha posto il suo quartier generale, conscio che il mercato americano è quello dove si gioca la partita più importante. Per questo, sarebbe allo studio una operazione da 42 miliardi: la fusione con Ford. Perché? Per diventare ancor di più un produttore americano (nonostante la componente Chrysler, per gli USA Stellantis è ancora un produttore europeo) e aggirare i dazi. Peraltro, fra le nuove deleghe e responsabilità assegnate nel cambio di governance, al cfo Doug Ostermann è stata assegnata quella a "fusioni e joint venture". Dunque, tramontata l'idea (più che altro di Macron) Renault, si punta a un accordo clamoroso con Ford? Per ora, rumors senza conferma ufficiale. E uno scenario dalla motivazione apparentemente debole e con parecchie criticità: anziché nuovi marchi, Stellantis dovrebbe piuttosto eliminarne qualcuno. E non è detto sia Maserati...
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..