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Il Borghese

Non si processa un Agnelli (a Torino)

Cosa succederà dopo l'estate? Le pressioni dei soci di Elkann e le esigenze della Procura

Non si processa un Agnelli (a Torino)

È ancora presto per dire se «c’è un giudice a Torino», come disse Gigi Moncalvo - esperto delle cose di casa Agnelli - all’epoca dell’apertura dell’inchiesta, dopo l’ennesimo esposto di Margherita Agnelli. Bisognerà aspettare la chiusura indagini e capire se davvero John Elkann (i fratelli Lapo e Ginevra pare che usciranno dall’inchiesta) chiederà la messa alla prova, dopo aver trovato l’accordo con il Fisco.

Il fatto è che, nell’inchiesta per truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale, basata sul testamento e la presunta residenza svizzera di Marella Agnelli, c’è da tempo l’esigenza di uscirne con il minor danno possibile. Un processo a un Agnelli (Elkann) a Torino pare semplicemente inconcepibile. Non a caso quello sulle plusvalenze Juve (con Andrea Agnelli che ha patteggiato) è stato spostato a Roma.

Una eventuale condanna di un presidente esecutivo (di Stellantis) e ceo (di Exor) , per questioni che non riguardano le aziende, avrebbe pesanti ripercussioni sulla governance di colossi economici. E la strategia per uscirne è stata studiata da tempo. Anche per le pressioni dei soci - si dice -, che magari ignorano il clamore attorno alla figura di John Elkann ma mai vorrebbero trovarsi un De Pahlen (così vicini a Putin) nel cda.

E in Procura potrebbero avere l’interesse a una risoluzione rapida? Soprattutto per un punto: la Dicembre, la cassaforte dell’impero. Carte sospette, firme falsificate, note societarie mai depositate: troppe ombre che avvolgono l’intera Torino. E, per gli atti più datati, lo spettro della prescrizione, che non permetterebbe di giungere, per questo punto, a una sentenza definitiva. Ma hanno elementi probatori forti, dicono i pm. E ci sono troppi punti ancora da chiarire.

«Una vicenda dolorosa» la definiscono gli Elkann, per il conflitto di lunga data con la madre (la quale, comunque, dal famoso patto transittorio che contesta incassò un miliardo e 300mila euro). 

Tanti interessi, insomma. Certo, anni e anni fa, si dimostrò l’impossibilità di portare un Agnelli in un’aula di tribunale. Non a Torino. E oggi? Lo scopriremo dopo l’estate (il 29 settembre, per gradire, c'è l'udienza della causa civile sempre intentata da Margherita).

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