l'editoriale
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15 Gennaio 2022 - 08:35
«Un altro comunista in meno». Così, mercoledì, Pino Esposito oramai ex membro del consiglio di amministrazione della Fondazione del Carnevale aveva sprezzatamente commentato la morte di David Sassoli, presidente dell’Europarlamento ed europarlamentare del Pd, con un post sul proprio profilo Facebook. E non è passato molto che si sia reso di aver scritto una sciocchezza, ma tant’è la frittata era fatta. Immediate ripercussioni per lui che da soli tre mesi era entrato su nomina del sindaco Stefano Sertoli nella Fondazione dello Storico Carnevale eporediese: ha dovuto e voluto dimettersi dal cda.
Esposito si è giustificato con queste parole: «Mi rammarico quanto per accaduto e mi scuso con la cittadinanza, con i miei colleghi e il presidente della Fondazione per un messaggio non in linea con i valori del nostro carnevale». Ma a spingerlo alle dimissioni è stata sicuramente la linea rovente tra opposizioni, amministrazione comunale, cda della Fondazione e lo stesso Esposito.
La condanna a quanto scritto da Esposito in merito al decesso dell’europarlamentare è arrivata prontamente dal primo cittadino Sertoli, lo stesso che nello scorso novembre ne aveva perorato la nomina alla Fondazione: «Con Esposito, sul Carnevale, abbiamo sempre lavorato bene, una buona collaborazione. Mi spiace, però, non si può trascendere in questo modo. Lui sa di aver sbagliato e ha fatto un passo indietro». Distanze prese anche dal presidente dell’ente, Piero Gillardi.
Un’altra assurda tegola che porta immediatamente alla memoria l’altro “scandalo” che era toccato il posto ad un’altra persona nominata dal comune. Stiamo parlando di ciò che avvenne a fine ottobre, quando la garante dei diritti dei detenuti del Comune di Ivrea, Paola Perinetto, aveva paragonato Draghi a Cesare Battisti definendo il premier italiano un criminale. Un post che le era costato subito il posto con la revoca da parte del consiglio comunale oltre che un indagine attualmente in corso da parte della Procura di Ivrea.
Visti questi due episodi sarebbe opportuno per l’Amministrazione comunale di Ivrea mettere in guardia i propri rappresentanti dalle responsabilità sia penali che civili, ma soprattutto politiche di ciò che si scrive su Facebook e sui social in generale.
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