Dal ritorno del “pattuglione” con i militari a fianco delle forze dell’ordine, magari con qualche presidio fisso in mimetica come deterrente allo spaccio, ai “bonus sicurezza”, che i cittadini potrebbero sfruttare per attrezzare con videosorveglianza privata le proprie abitazioni. La recrudescenza della criminalità di strada nelle periferie di Torino e l’allarme lanciato dal palco della festa per i 170 anni della polizia, sulla carenza di agenti per presidiare le strade e l’ordine pubblico, sembrano accendere come una lampadina l’ingegno dei politici nel proporre soluzioni concrete. A partire dalla presenza dei soldati in strada, come per l’operazione Strade Sicure andata scemando dal 2007. Una soluzione che troverebbe d’accordo Pd e Forza Italia. «Ne sarei felice, non solo d’accordo semmai qualcuno lo proponesse» conferma Mauro Laus del Pd. «Perché la sicurezza di ogni giorno, specie nelle periferie, finisce per essere quella con cui la maggior parte dei cittadini fa i conti al di là delle priorità che si impone la politica» sottolinea il senatore, ricordando che «servirebbero al contempo investimenti su forze dell’ordine e formazione, ma anche una “cultura della sicurezza” concertata tra istituzioni». Una posizione che coincide, almeno sulla presenza dei militari, con quella del deputato di Forza Italia, Roberto Rosso. «Conosco bene Aurora e Barriera ed è evidente che paghino la scarsa attenzione dell’amministrazione sulla sicurezza, per questo ben vengano i militari a supporto delle forze dell’ordine perché tra risse e spaccio la situazione è intollerabile». Anche l’onorevole di Fratelli D’Italia, Augusta Montaruli non disdegna la possibilità di utilizzare i militari per ristabilire l’ordine, ma come soluzione estrema. «Servono più agenti, serve che il Viminale si faccia carico del problema dei pensionamenti e assuma». A mediare tra le posizioni è l’onorevole Giacomo Portas dei Moderati che, nel considerare Torino una città certo problematica ma non segnata da un’emergenza, lancia un’idea ancora non considerata. «Abbiamo studiato “bonus” per ogni cosa, dal televisore alla facciata condominiale - spiega -. Perché non considerare un incentivo o un contributo anche in materia di sicurezza, affinché i cittadini possano organizzarsi autonomamente, magari anche attraverso la condivisione di buone pratiche come la segnalazione di un qualsiasi problema ad esempio, ai propri vicini di casa». Sempre per i Moderati è stato di recente il loro capogruppo in Regione a sottoporre la questione delle “baby gang”. «Un fenomeno che dimostra come il disagio sia trasversale dalla periferia al centro, per cui è bene che si investa su una maggiore presenza delle forze dell’ordine ma anche sulla partecipazione dei cittadini» ricorda Silvio Magliano. Dalla Regione ai banchi della Sala Rossa sempre i Moderati si fanno sentire con Simone Fissolo. «Poco dopo aver messo in sicurezza un edificio abbandonato in via Aosta i pusher sono tornati a sfondare le inferiate per utilizzarlo. Questo insegna che i luoghi vanno presidiati: servono soldi e infrastrutture». Altro discorso, invece, fanno Silvio Viale dei Radicali e Marco Grimaldi di Luv. Se per il primo «bisogna tornare a riflettere su quella che è la percezione della sicurezza in certi quartieri», per il capogruppo di Liberi, uguali e verdi a Palazzo Lascaris «il fenomeno non va sottovalutato perché un impoverimento delle fasce più basse, fa comodo a quelle organizzazioni criminali italiane che organizzano lo spaccio sul territorio, ad esempio». Necessario, invece, riprendere il mano il Protocollo di Sicurezza Integrata secondo Claudio Cerrato. «I militari possono essere utili, ma solo in un quadro più ampio» commenta il consigliere Pd pensando al documento siglato dall’allora sindaca Chiara Appendino, come l’attuale capogruppo M5S in Sala Rossa, Andrea Russi che invita a lavorare su «vivibilità dei quartieri, coinvolgimento dei cittadini nella gestione degli spazi pubblici, innovazione, rivitalizzazione dei quartieri di sera anche con l’illuminazione pubblica». Fa leva sulla necessità di un sistema integrato per risolvere i problemi di sicurezza della città anche Nadia Conticelli, capogruppo Pd. «Le forze dell’ordine servono con le giuste dotazioni di personale, mezzi e indennità. Ma solo insieme a tutte le altre azioni altrimenti non si cambia la qualità della vita e si finisce per scaricare tutto solo su di loro». All’opposto Fabrizio Ricca della Lega, che oltre ad essere consigliere a Palazzo Civico è anche assessore alla Sicurezza della Regione. «Credo che l’utilizzo dell’esercito sia da considerare, ma di pari passo con un aumento degli agenti assunti. Sarebbe utile anche ampliare la videosorveglianza in città». Su posizioni diametralmente opposte Alice Ravinale di Sinistra ecologista. «Non c’è alcuna emergenza: i reati sono aumentati del 13% dalla primavera di un anno fa, quando erano in vigore le restrizioni per il Covid, ma questi sono diminuiti del 5% rispetto a due anni prima».
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