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IL FATTO
11 Ottobre 2023 - 19:32
Nuovo tribunale di Ivrea, si ricomincia con le ipotesi di una nuova sede.
Una lettera giunta ai principali enti pubblici del territorio dal ministero della Giustizia rinfocola la speranza di avere in città un luogo adeguato per il secondo tribunale del Piemonte (in termini di popolazione e territorio di riferimento). La lettera è arrivata a Comune, Regione, Demanio, Inps, Inail, Asl To4, a quanti insomma possiedono immobili in città con la speranza di trovare un immobile, anche da affittare e ristrutturare di almeno 16mila metri quadri. In realtà la richiesta per una nuova sede era stato oggetto di approfondimento già negli anni passati, con l’amministrazione Sertoli, che aveva individuato alcune aree potenziali.
Ma cosa ha portato il ministero a questa richiesta? Il tribunale di Ivrea nel corso dei decenni ha già cambiato diverse volte sede. Il cambiamento più importante è avvenuto nel 2014 con la riforma dei tribunali che ha portato l’accorpamento delle sedi giudiziari di Chivasso e Ciriè a quella di Ivrea. Tutte le risorse sociali, politiche e legali di Ivrea e del Canavese si erano impegnate a salvaguardare la sede locale arrivando a preservarla, ma a patto che si trasferisse dallo storico Palazzo Giusiana nel centro città alla più periferica sistemazione attuale in via Pavese alla periferia cittadina. La zona era logisticamente più adatta ma i locali erano già inadeguati alle competenze di un tribunale che prometteva di ingrandirsi. Così fin da subito sono emerse le prime criticità. Tutte le volte che si svolgeva un procedimento con un certo numero di imputati era necessario utilizzare o l’aula magna del vicino liceo Gramsci oppure l’aula della facoltà di infermieristica in via Jervis, tanto per citarne alcune. Tribunale e Procura nel frattempo cominciavano a lamentare sempre più difficoltà a gestire i numerosi fascicoli dei quali Ivrea aveva competenza. Infatti, con l’accorpamento era aumentata la popolazione e il territorio ma non il personale. Oggi, a fronte del continuo aumento di carico di lavoro c’è la necessità di aumentare l’organico ma mancherebbero spazi e uffici, da cui la necessità di trovare nuove soluzioni. Soluzioni che nelle vicinanze non sono reperibili.
Si aggiunga che parliamo della zona ex Montefibre dove si discute da anni di realizzare il nuovo ospedale, un’ulteriore struttura che richiederà spazi. La precedente amministrazione aveva già individuato quattro aree papabili. La prima, più vicina, è quella del Meeting Point in piazza Mascagni pressoché di fronte a via Pavese. Una struttura bassa che potrebbe essere sopraelevata per creare spazi. Un’altra locazione è la ex Verzì, 20mila mq, nei pressi del cimitero. Oppure la ex Elea in quartiere San Lorenzo. Per finire rimane anche lo spazio di Palazzo Uffici in via Jervis, recentemente acquistato da un fondo dal Gruppo Prelios con l’ipotesi di farne un centro di formazione. I termini posti dal Ministero evidenziano una certa urgenza: entro fine mese, probabilmente per sfruttare i fondi del Pnrr, un’occasione per la giunta del sindaco Matteo Chiantore di ridisegnare il futuro dei servizi cittadini tra nuovo tribunale e nuovo ospedale.
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