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La denuncia

Contadini ostaggio dei cinghiali: «E la Regione non fa nulla»

Duro sfogo del Comitato CoAARP, che ha raccolto 7mila firme per fermare la devastazione dei raccolti

Contadini ostaggio dei cinghiali: «E la Regione non fa nulla»

Duro attacco degli agricoltori piemontesi contro la Regione, accusata di non aver fatto nulla per fermare gli attacchi dei cinghiali ai raccolto: «L’analisi dell’annata 2023 sulla gestione dell’emergenza è impietosa: silenzio assordante della
Regione mentre la peste suina si diffonde a macchia d’olio e raggiunge gli allevamenti di suini - si sfoga, in un comunicato di fuoco, il CoAARP (Comitato Amici degli Ambienti Rurali Piemontesi) - La rete costata 17 milioni di euro fa acqua da tutte le parti e gli abbattimenti di cinghiali sono ampiamente al di sotto degli obiettivi prefissati. A questo si aggiunge un evidente ostruzionismo alle azioni di autodifesa. E incombe sempre, dietro l’angolo, la realizzazione della filiera di carne di cinghiale».

A scatenare la rabbia del Comitato è l'anniversario della protesta che avevano organizzato il 19 dicembre 2022, quando avevano piazzato trattori e ceste vuote davanti all'allora palazzo della Regione di piazza Castello. All'urlo di “Stop al Cinghialismo!”, una delegazione era poi andata al Consiglio regionale per consegnare il plico di 7 mila sottoscrizioni raccolte a supporto della protesta. Fra i firmatari ci sono 1.200 imprenditori e centinaia di sindaci piemontesi«Al contrario di quanto comunicato allora, il Consiglio Regionale, presieduto da Stefano Allasia, e la Terza Commissione presieduta da Claudio Leone, consigliere regionale e dirigente locale di Federcaccia, non ha fatto pervenire alcuna richiesta di audizione pubblica. Neanche una comunicazione on una discussione in Commissione».

Sul tema replica direttamente Allasia, che non si nasconde: «Come presidente chiedo scusa perché, dl di là del merito della richiesta, è doveroso che ascoltiamo tutti. Mi assumo le responsabilità e mi impegno a capire che cosa non abbia funzionato. Allo stesso modo prendo l'impegno di ricevere gli agricoltori per un incontro informale entro metà gennaio, oltre a mettere a calendario un'audizione in Commissione».

Resta la sostanza della critica degli agricoltori, cioè che la Regione non avrebbe fatto nulla per aiutare gli agricoltori che denunciano devastazioni ai raccolti a causa dei cinghiali (oltre al pericolo di incidenti stradali): «Intanto la peste suina africana sta dilagando a macchia d’olio
anche fuori regione, con un altissimo rischio di contagio e seguente catastrofico collasso del comparto. In questi mesi siamo stati illusi dai 17 milioni di euro per la recinzione nella zona rossa, dall'invocato intervento dei militari e l’accentramento del contenimento al mondo venatorio: ancora una volta abbiamo dovuto trovare una soluzione da soli per ridurre i danni, attraverso le azioni di autodifesa e i recinti elettrificati».

I numeri parlano chiaro, secondo il CooAARpP, che parla di 30mila cinghiali abbattuti contro i 58 mila abbattimenti previsti. Quindi la metà: «Dall'inizio chiediamo di potenziare il contenimento con figure professionali pubbliche, come fatto dall'Emilia Romagna: loro hanno investito 1,1 milioni di euro per 2023-2024 a favore della polizia provinciale, che avrà anche delle "super gabbie" di cattura; da noi è stata istituita la figura del "cacciatore professionale", con soldi pubblici versati a figure private provenienti direttamente dal mondo venatorio».

A questo problema si aggiunge la staffetta tra i due Commissari straordinari alla gestione della Peste suina: «L’ultimo in ordine di arrivo, Vincenzo Caputo (sostituto di Angelo Ferrari), non ha nascosto la volontà di realizzare una più articolata e coordinata filiera della selvaggina a livello nazionale. Questo significa che continua ad essere attuale l’idea di realizzare una filiera della carne di cinghiale per alimentazione umana, i cui costi sono sostenuti dalla collettività mentre gli utili sono sempre a vantaggio di un manipolo di pochi eletti. CoAARP sottolinea la netta contrarietà del mondo agricolo alla realizzazione di questa
sciagurata filiera. E non risparmiamo una tiratina di orecchie anche alle associazioni di categoria del nostro settore: tempi rapidissimi per il disegno di legge nazionale sulla carne “sintetica” e tempi biblici per la gestione della selvaggina nociva e l'erogazione degli indennizzi. Perché queste differenti velocità dell’azione sindacale? Ci sono argomenti o agricoltori di serie A e agricoltori di serie B?».

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