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Il reportage
16 Gennaio 2024 - 16:47
Era arrivato da poco più di un mese alla scuola elementare di Verolengo, ancora non sapeva l'italiano ma tutti già gli volevano bene. Infatti stamattina quasi nessuno ha voglia di parlare di Andrei Revene, il bambino di 9 anni scappato ieri pomeriggio dalla comunità per minori Mafalda e investito da un treno regionale.
Il bambino aveva attraversato i binari all’altezza di Borgo Revel (frazione di Verolengo, a 12 chilometri da Brandizzo, dove si trova la comunità che lo ospitava da dicembre). Lì, dove c'è uno squarcio nella recinzione, qualcuno ha appeso dei fiori già di prima mattina. Poi sono comparsi un pupazzo e un mazzo di fiori candidi, posato da Costin: «Non lo conoscevo ma i miei due figli hanno più o meno la sua età - spiega lui stesso, che motiva così il suo gesto in ricordo del bambino - E' una tragedia che mi ha colpito molto, queste cose non devono succedere».
E' uno dei pochi che spezzano il silenzio di questa frazione di poche decine di anime, dove da ieri c'è un continuo viavai di cronisti e forze dell'ordine che indagano su quanto accaduto dopo la fuga del bambino dalla comunità. Anche a scuola compagni, genitori e insegnati tengono lo sguardo basso c'è chi ricorda l'ultima carezza data ieri mattina da una bidella. In giro non si vede un sorriso, come se la morte di Andrei li avesse spenti tutti: «E' una vicenda che ci ha colpito tutti, lo vedevo prendere il bus insieme ai miei nipoti - spiega Luigi - Credo che vadano nella stessa classe».
Interviene Mauro Maurino, uno dei responsabili della comunità: «Tra ieri sera e stamattina siamo riusciti a ricostruire come sono andate le cose ma lo riferiremo agli inquirenti. Andrei non era qui con noi da molto tempo, perciò la sua storia possiamo ricostruirla solo in modo parziale. Il nostro mestiere è quello di proteggere i bambini, invece da ieri non c'è più un bimbo di 9 anni. E' una tragedia frutto di eventi e coincidenze da cui non si può tornare indietro».
Su quanto successo sta indagando la polizia ferroviaria su delega della procura di Ivrea, che ha aperto un fascicolo. Agli educatori presenti ieri (e subito interrogati dagli inquirenti) potrebbe essere contestato il reato di omicidio colposo.
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