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TORINO-LIONE

Tav, stop al maxi appalto? Il Comune blocca tutto: «Noi ignorati, non ci sono accordi»

L'aggiudicazione dell'appalto da 648 milioni di euro annunciata solo due giorni fa ma c'è già un problema

Tav, stop al maxi appalto?

Tav, stop al maxi appalto?

L'aggiudicazione del maxi appalto è solo di due giorni fa ma c'è già un intoppo. 
A Caprie, in Val di Susa, non è stato preso per niente bene l'annuncio di Telt relativo alla gestione di terra e rocce estratte dal Moncenisio (lo smarino) per la realizzazione del tunnel di base della Torino-Lione. Un appalto da 648 milioni di euro, assegnato a un raggruppamento guidato dalla Cogeis, che prevede che il materiale estratto - milioni di tonnellate di terra e roccia - finisca prima a Salbertrand e qui in parte - tra il 50% e il 60% - riutilizzato per la costruzione dei conci da usare nella galleria stessa. La parte restante, di scarto, finirà invece nelle cave di Torrazza Piemonte e di Caprie. E proprio qui nasce il problema, perché a quanto pare qualcuno si è "scordato" di avvisare sia il Comune che la cava di Caprie.
«Abbiamo saputo di questo accordo dai giornali - spiega il sindaco, Gian Andrea Torasso -. Ovviamente non siamo stupiti, visto che è da 20 anni che si parla di questa ipotesi ma non capiamo quando e come si è passati da ipotesi a dato di fatto, visto che nessuno ha avvisato il Comune. E non solo: ho contattato la proprietà della cava, e anche loro non ne sanno nulla. Ad oggi nessun passo concreto è stato fatto per l’utilizzo della cava come deposito di materiale proveniente dai cantieri Tav». Non solo. In un comunicato, il Comune spiega che «Caprie era stato indicato nei progetti preliminari “possibile sito di stoccaggio”, senza in realtà approfondire tecnicamente la scelta». E la situazione, secondo il sindaco, non è cambiata: «Esistono dei problemi tecnici molto pratici - spiega Torasso, che non esita a definirsi un No Tav - il primo è che la ferrovia in effetti arriva nella cava di Caprie con una bretella, che però è inutilizzata da venti anni e passa su un ponte che ormai è pericolante. Per ripristinare quella linea servono anni di lavori». Non basta. «Il materiale dovrebbe essere stoccato su un terreno tra la provinciale 24 e la Dora e poi andare in cava con un nastro trasportatore che dovrebbe "sorvolare" due strade provinciali a dieci metri di altezza: e quanto tempo ci vorrebbe per realizzarlo?». Il Comune può bloccare in qualche modo i lavori? «Purtroppo no - spiega il sindaco - perché si parla di strade e terreni non comunali, ma la nostra opposizione è netta e non cambiamo idea. E di sicuro, comunque, non si può utilizzare la cava senza un accordo con la proprietà». 
Nel pomeriggio, da Teltsocietà incaricata della realizzazione del tunnel di base, è arrivata una precisazione secondo la quale «la cava di Caprie è inserita fin dal 2015 nel progetto della sezione transfrontaliera della Torino-Lione come sito di conferimento di rocce e terre da scavo per la riambientalizzazione, ricreando le condizioni paesaggistiche originali. Le prime attività legate al contratto per la gestione dei materiali di scavo lato Italia, attribuito questa settimana da Telt, sono riferite alla progettazione esecutiva e coerenti con la progettazione definitiva, approvata con Delibera CIPE n.19/2015. Nell’ambito del procedimento Cipe, visti i pareri favorevoli delle amministrazioni competenti, si è perfezionata la Valutazione di Impatto Ambientale ed è stata dichiarata la Pubblica Utilità». Insomma, per Telt tutte le procedure sarebbero state regolarmente seguite e con la delibera del Cipe la scelta di Caprie sarebbe quindi diventata definitiva
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