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L'inchiesta

Scomparso e ritrovato in un dirupo dopo 20 giorni: perché la procura indaga per omicidio

Parla la nipote di Claudio Ellena, morto in auto a 86 anni: «Forse le ricerche potevano essere più tempestive»

La scomparsa e il ritrovamento in un dirupo dopo 20 giorni: perché la procura indaga per omicidio

Claudio Ellena e la sua Lancia Ypsilon nel dirupo a Pino Torinese

Lo hanno trovato senza vita venti giorni dopo la sua scomparsa, la mattina del 5 marzo. Ma quando è morto Claudio Ellena? E si sarebbe salvato se i soccorsi lo avessero trovato prima? Ruota attorno a queste domande l'inchiesta aperta dalla procura di Torino, che indaga per omicidio colposo: al momento non ci sono nomi nel registro degli indagati ma il pm Alessandro Aghemo vuole vederci chiaro. E anche la famiglia dell'86enne trovato nella sua Lancia Ypsilon, in un dirupo di Pino Torinese: «Spero che la tragedia che ha coinvolto la nostra famiglia possa essere un’occasione di riflessione sulle modalità con cui avvengono le ricerche - ricorda la nipote, Patrizia Zaccara - Non è una critica a chi si è occupato di quelle di mio zio. Le prime ore dalla scomparsa, in questi casi, sono quelle che possono fare la differenza. Eppure sono anche quelle dove le ricerche sono più blande. Forse, sotto questo punto di vista, si può trovare il modo di agire più tempestivamente».

La scomparsa e le ricerche

Dipendente Fiat in pensione, Ellena era vedovo da tempo e lo scorso gennaio si è trasferito momentaneamente a San Mauro, nell’alloggio della sorella. Proprio il giorno di San Valentino, Ellena sarebbe dovuto tornare a casa propria. Dopo pranzo, esce e sale sulla sua Lancia Ypsilon bianca: «Aveva detto che sarebbe passato alla Società degli Alpini di San Mauro. Non ci è mai arrivato. Secondo noi, non è mai tornato nemmeno a casa sua: non ci sono segni del suo passaggio e nessuno l’ha visto».

I familiari denunciano la scomparsa e partono le ricerche dei carabinieri della Compagnia di Chieri e delle altre forze dell'ordine. C’è un punto fermo: qualche tempo dopo la scomparsa, un ripetitore di Pino Torinese intercetta uno degli ultimi segnali emessi dal cellulare dell’anziano.

La svolta arriva nel pomeriggio martedì 5 marzo, quando la Ypsilon viene notata in un dirupo, poco lontano da una piazzola di sosta lungo strada dei Colli, a Pino: a segnalarla è un addetto del parco avventura «Tre Querce», che stava effettuando dei lavori di manutenzione su una piattaforma alta una ventina di metri.

Il giallo della morte

Da quel momento sono partiti gli accertamenti della procura, con l'esame autoptico disposta dal pm Aghemo: «Con l’autopsia abbiamo saputo che mio zio non è morto per l’impatto della caduta nel burrone, ma per embolia polmonare – conferma Zaccara – Prima di spegnersi, ha vissuto diversi giorni all’interno della macchina. Sembra che non sia mai riuscito a uscire dall’abitacolo».

La conferma arriverebbe anche dalle condizioni dell'auto, con il frontale ammaccato ma con gli airbag non esplosi. L'anziano non aveva ferite alla testa e non c'erano tracce di sangue sul parabrezza. Non solo: avrebbe anche avuto il tempo e la lucidità per mettere le chiavi nelle tasche dei pantaloni e di assumere dei farmaci. E poi c’è il telefono, rimasto in funzione per quasi una giornata (come testimoniano alcune chiamate non risposte). Non solo, nell'auto c'erano anche delle sacche con vestiti e oggetti. Il giorno della scomparsa, li avrebbe dovuto spostarli da casa di sua sorella: «Il fatto che li avesse ancora con sé, può essere la conferma che non è mai passato da casa sua - prosegue la nipote, che insieme agli altri familiari si è affidata all'avvocato Roberto Saraniti - Altrimenti, probabilmente, li avrebbe lasciati a casa. Dunque, potrebbe essere precipitato proprio il giorno di San Valentino ed essere rimasto in auto venti giorni, fino al momento del ritrovamento».

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