Cerca

La storia

Botte e violenze sessuali dal compagno: «Mi prendeva pure il reddito di cittadinanza»

L'uomo è finito a processo a Torino: rischia una condanna esemplare

Botte e violenze sessuali dal compagno: «Mi prendeva pure il reddito di cittadinanza»

Foto di repertorio

Quando i sanitari del 118 sono entrati in quell’alloggio di Pinerolo, si sono trovati davanti una donna e un uomo: lei era nuda e ferita, lui particolarmente agitato e aggressivo. E ha continuato quando è arrivato al pronto soccorso insieme alla compagna: per questo sono arrivati i carabinieri e lui è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.

Da quell’episodio, avvenuto a luglio 2023, è partita un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Antonella Barbera. E quell’uomo agitato, un 53enne, è finito a processo anche per i reati di maltrattamenti, lesioni in famiglia e violenza sessuale. E’ stata la compagna, di 6 anni più giovane di lui, a raccontare un campionario di soprusi di ogni tipo: le violenze sessuali erano all’ordine del giorno, cui si aggiungevano «insulti, abusi e minacce di morte», come ha riportato l’avvocato della donna, Francesca Bertalotto (costituita parte civile). Che ha proseguito: «Le diceva “Non sei capace a fare niente, neanche la spesa”. Per lei era un inferno. Le faceva pure violenza economica, visto che le prendeva i soldi del Reddito di cittadinanza».

Sul tema ha parlato anche il difensore dell’imputato, l’avvocato Tiziana Porcu: «La signora ha anche detto: “Lui è un str... ma ha il reddito di cittadinanza”. Una frase fortissima che dimostra come sia furba e poco credibile. E che spesso ha giramenti di testa, perde i sensi e sbatte contro i mobili». Quindi, secondo la difesa, le ferite delle presunte violenze sarebbero state provocate da semplici cadute. Per questo l’avvocato Porcu ha chiesto l’assoluzione del suo cliente da tutti i reati contestati, esclusa la resistenza a pubblico ufficiale (per cui ha chiesto la pena minima). Al contrario, la pm Barbera crede alle accuse della 47enne e ha chiesto che l’imputato venga condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.