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07 Agosto 2024 - 19:11
Il complesso era abbandonato dagli anni ‘80. Ecco cosa sorgerà al suo posto
I lavori sono cominciati in questi giorni, con la chiusura di via Altina al traffico per permettere la demolizione di alcuni fabbricati.
È così che prende il via la riqualificazione dell’ex Cottolengo di Vinovo: quella che fu la “Piccola casa della Divina Provvidenza“, inaugurata nel 1889 e lasciata in stato di abbandono negli anni ‘80, preda del degrado e (talvolta) dei vandali.
Il progetto di riqualificazione del grande complesso vedrà due tipologie di interventi. Nella parte privata affacciata su via Altina, appunto, troverà spazio una nuova Rsa con 120 posti letto realizzata da una società di Asti che una decina di anni fa aveva acquistato gli edifici dell’antico borgo annesso al Cottolengo. La demolizione dei fabbricati, che sta avvenendo in questi giorni, è propedeutica alla ricostruzione e riqualificazione dell’area con edifici a due piani, laboratori e spazi aggregativi. La seconda parte dell’intervento, a gittata pubblica, prevede di restituire quei luoghi abbandonati alla cittadinanza attraverso la realizzazione di spazi per l’aggregazione giovanile, attività culturali, anziani, una cittadella dell’artigianato e polo per le nuove proposte di formazione e potenziamento della cooperazione internazionale. Infine la creazione di un giardino storico da finanziare con fondi europei.
Rivitalizzare l’antica sede dell’ex Cottolengo è da tempo un “sogno” dell’amministrazione comunale guidata sino a ieri da Gianfranco Guerrini e oggi da Maria Grazia Midollini. Nel 2018 il Comune diventa proprietario del bene e ne progetta la riqualificazione, oggi possibile grazie a un finanziamento Pnrr di circa 9 milioni di euro (3 milioni e 919mila euro di finanziamento per i Progetti urbani integrati e altri 5 milioni per la Rigenerazione urbana). D’altra parte il Cottolengo è da sempre nel cuore dei vinovesi che ne attendono il riutilizzo. Nato come ricovero per anziani e malati, l’attuale grande corpo centrale fu edificato tra il 1891 e il 1895 su progetto dell’ingegnere Crescentino Caselli da Fubine. In un secondo tempo vennero edificati il borgo e gli edifici accessori con spazi per la produzione di ortaggi e formaggi. Durante le due guerre mondiali divenne ricovero per i soldati feriti e sempre, nella sua storia, mantenne il legame con il territorio. Fino al 1980, quando il calo delle vocazioni e le difficoltà di mantenimento spinsero all’abbandono esponendo l’edificio al degrado.
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