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San giusto Canavese

Muore sul monopattino a 18 anni: la disperata veglia degli amici in ospedale pregando per un miracolo

Il commosso ricordo della sindaca di San Giusto: «Giulia Grigore era semplice e buona, circondata da tanti amici che le volevano bene per il suo cuore grande e la sua naturale dolcezza»

Il commosso ricordo della sindaca di San Giusto: «Giulia Grigore era semplice e buona, circondata da tanti amici che le volevano bene per il suo cuore grande e la sua naturale dolcezza»

Il commosso ricordo della sindaca di San Giusto: «Giulia Grigore era semplice e buona, circondata da tanti amici che le volevano bene per il suo cuore grande e la sua naturale dolcezza»

Hanno passato la notte in ospedale, pregando per un miracolo che non è avvenuto. Quella di oggi è una giornata terribile per tutti gli abitanti di San Giusto Canavese ma soprattutto per i giovani, che hanno visto volare via una di loro. Giulia Grigore è morta in ospedale, al Cto, in seguito alle gravissime ferite riportate in un incidente avvenuto ieri a San Giorgio Canavese:

Giulia la conoscevano in tanti, e non solo a San Giusto, anche perché lavorava nello storico Caffè Torino di Rivarolo Canavese. Per un tragico gioco del destino, in un locale lavorava anche Giorgio Di Riso, l'altro giovane rimasto vittima questa notte di un incidente stradale in provincia di Torino. E, in questo strano rincorrersi di coincidenze, anche lui, come Giorgia, si trovava su un monopattino e anche lui stava tornando dal lavoro, mentre Giulia ci stava andando:

A voler ricordare, con parole commoventi, la 18enne è stata anche la sindaca di San Giusto, Giosi Boggio: «Giulia era una ragazza buona, priva di cattiveria, con un sorriso che spesso nascondeva una tristezza profonda. La vita, con lei, non era stata molto amica. Senza la mamma, aveva dovuto diventare grande prima del tempo. Ogni mattina si alzava presto per andare al lavoro a Rivarolo, utilizzando il suo monopattino, l'unico mezzo a disposizione. Non era un lusso ma una necessità, un simbolo del dramma della povertà che spesso dimentichiamo. Nonostante le difficoltà, riusciva a mantenere quella gentilezza che la rendeva speciale agli occhi di tutti». La sindaca ha poi voluto ricordare il dramma dei giovani del paese, oltre che quello del papà di Giulia: «Giovane senza malizia, semplice e buona, era circondata da tanti amici che le volevano bene per il suo cuore grande e la sua naturale dolcezza. Ieri sera, fino a notte inoltrata, quei suoi amici sono rimasti al suo fianco in ospedale, sperando, pregando e incoraggiandola a lottare. Volevano credere che la loro Giulia ce l'avrebbe fatta, che il suo sorriso triste avrebbe ritrovato la luce. Ma questa mattina presto, la voce spezzata di suo papà mi ha annunciato ciò che tutti temevamo ma che nessuno voleva sentire: la sua bambina era volata in cielo. Morire a 18 anni, con tutto l'amore che aveva ancora sa dare e da ricevere è un dramma che spezza il cuore, che lascia un vuoto incolmabile in tutti noi. Oggi sconvolti, ancora increduli ci stringiamo attorno al papà e al suo fratellino Gabriele. Riposa in pace, anima dolce».


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