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Cronaca
30 Giugno 2025 - 13:10
Due episodi distinti di bracconaggio sono stati accertati nella Pianura pinerolese
Due episodi distinti di bracconaggio sono stati accertati nella Pianura pinerolese, portando alla denuncia di due persone. Gli accertamenti, condotti dal nucleo forestale dei carabinieri di Pinerolo in collaborazione con la polizia locale della Città metropolitana di Torino e le guardie venatorie della Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC), rientrano in un’operazione di controllo mirata alla tutela della fauna selvatica.
Nel primo caso, è stata uccisa una femmina di cinghiale in periodo di divieto venatorio, utilizzando un’arma e munizioni non autorizzate per la caccia. L'abbattimento di un esemplare femmina in un periodo non consentito è considerato particolarmente grave anche per l’impatto che può avere sulla riproduzione e sul ciclo biologico della specie.
Nel secondo caso, sono stati rinvenuti strumenti di cattura vietati dalla normativa nazionale e dalle convenzioni internazionali, tra cui lacci a strozzo e gabbie trappola, utilizzati per la cattura di piccoli animali selvatici. Tali dispositivi sono proibiti in quanto provocano gravi sofferenze agli animali catturati e non permettono la selettività della cattura, mettendo a rischio anche specie protette o non cacciabili.
I due soggetti coinvolti sono stati denunciati alle autorità competenti e rischiano una sanzione amministrativa che può arrivare fino a 1.549 euro. Oltre alla denuncia penale, sono previsti il sequestro delle armi e degli strumenti non conformi e l’apertura di eventuali procedimenti per violazione delle leggi in materia di tutela della fauna selvatica.
Le attività di controllo ambientale da parte del comando forestale e delle autorità locali continueranno anche nei mesi successivi, con l’obiettivo di prevenire comportamenti illeciti e garantire il rispetto delle normative a protezione degli ecosistemi locali. Secondo il quadro normativo vigente (Legge 157/1992 e normative europee), il bracconaggio rappresenta un reato perseguibile anche con pene accessorie, tra cui la sospensione della licenza di porto d’armi.
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