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Il caso

Lear, 250 lavoratori in bilico, però qualcuno vuole comprare

La trattativa con un gruppo italo-cinese potrebbe portare alla reindustrializzazione dell’ex stabilimento Lear

Lear, 250 lavoratori in bilico, però qualcuno vuole comprare

Si è svolto oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un nuovo tavolo sulla situazione dello stabilimento Lear di Grugliasco, alla presenza dei rappresentanti dell’azienda, delle istituzioni – tra cui Regione Piemonte ed enti locali – e delle parti sociali. Al centro del confronto, l’annuncio da parte della proprietà dell'interesse da parte di un gruppo italo-cinese per un progetto di reindustrializzazione del sito.

Secondo quanto riferito dalla Direzione aziendale, la trattativa è in fase avanzata e si punta a una firma dell’accordo vincolante entro il prossimo mese di ottobre. Il piano proposto potrebbe consentire il reimpiego di circa 200–250 lavoratori sui 376 attualmente presenti nello stabilimento, dove si registra da tempo un forte calo dei volumi produttivi. Al momento, 19 lavoratori hanno già trovato una nuova collocazione attraverso le attività di outplacement.

La crisi dello stabilimento di Grugliasco è legata in larga parte alla perdita di commesse storiche. A pesare, in particolare, è stata la fine della produzione dei sedili Maserati, in seguito alla decisione di Stellantis di spostare la produzione del marchio del Tridente da Mirafiori a Modena. Una perdita che si aggiunge a quella della commessa per i sedili della Fiat 500 elettrica, assegnata in passato al gruppo turco Martur.

«Stiamo lavorando per dare una risposta industriale e occupazionale concreta e duratura al territorio», ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «L'interesse manifestato per rilanciare il sito di Grugliasco è un segnale importante che conferma l’attrattività del nostro sistema produttivo, anche in un momento di difficoltà del settore auto. Accompagneremo questo percorso di rilancio garantendo la salvaguardia dei posti di lavoro e favorendo l’insediamento di nuove attività produttive in stretto dialogo con l’azienda, le istituzioni locali e le parti sociali».

Anche la Regione Piemonte ha espresso un cauto ottimismo, ribadendo la volontà di sostenere il percorso. «Accogliamo con favore la notizia dell’interesse di un potenziale investitore», ha commentato il vicepresidente e assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino, che ha aggiunto: «In attesa degli sviluppi, la Regione è pronta a garantire qualsiasi forma di supporto utile alla buona riuscita dell’accordo. Allo stesso tempo, continuiamo a lavorare per garantire la piena tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, nostra priorità assoluta».

L’impegno regionale si muove su due binari: da un lato, il sostegno al rilancio produttivo del sito; dall’altro, l’accompagnamento individuale dei lavoratori attraverso misure di politica attiva. A tal proposito, attraverso il programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), sono già stati presi in carico 361 dipendenti, di cui 299 hanno ricevuto una proposta di percorso, e 174, pari al 48%, hanno già avviato un intervento formativo personalizzato.

«La Regione Piemonte è presente, attiva e pronta a fare la propria parte – ha concluso Chiorino – sia per sostenere ogni opportunità di rilancio industriale, sia per garantire ai lavoratori strumenti concreti per affrontare il presente e costruire il proprio futuro».

I sindacati, pur accogliendo positivamente la notizia, invitano alla prudenza. «Esprimiamo soddisfazione per la possibile reindustrializzazione, ma anche cautela: manca ancora un’intesa vincolante e non conosciamo l’identità del potenziale investitore», affermano Fim, Fiom e Uilm in una nota congiunta. Le sigle chiedono la massima trasparenza, la tutela per tutti i lavoratori, l’apertura di una procedura di uscite volontarie incentivate e un confronto approfondito sulle condizioni per la proroga degli ammortizzatori sociali. Il tavolo è stato aggiornato al prossimo 9 settembre, quando sarà possibile analizzare eventuali sviluppi della trattativa e conoscere meglio il profilo del potenziale acquirente.

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