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09 Agosto 2025 - 13:05
Foto di repertorio
L’Association Européenne des Cheminots (Aec) torna a chiedere con forza la riapertura delle linee ferroviarie regionali sospese in Piemonte. Un appello riacceso dall’analisi di Rfi, aggiornata a marzo 2025, che fotografa lo stato delle infrastrutture, indica gli interventi necessari e stima i costi per riportare in servizio tratte oggi inattive.
Secondo l’associazione, la mappa ferroviaria piemontese si divide in tre categorie: linee ancora attive, linee turistiche e linee non attive. Tra le prime, figurano la Alessandria-Ovada, già in piena efficienza e pronta a riprendere i treni regionali con pochi interventi; la Bardonecchia-Modane, operativa per merci e lunga percorrenza ma penalizzata da problemi tecnici all’accesso alla stazione francese, risolvibili solo con binari ad alimentazione italiana o convogli politensione; e la Cavallermaggiore-Bra, già percorsa da merci e riapribile ai passeggeri senza lavori significativi.
Più critica la situazione delle linee non attive, in particolare la Pinerolo-Torre Pellice. Ferma da anni, è vittima di furti, vandalismi e degrado, e per riattivare i suoi 12 chilometri servono circa 20 milioni di euro. L’elenco di interventi indicato da Rfi è lungo: rinnovo dei binari, sostituzione deviatoi, manutenzione di passaggi a livello, taglio vegetazione, rifacimento recinzioni, lavori straordinari su ponticelli e tombini, ripristino di sistemi di sicurezza e telecomunicazioni, interventi sulla linea elettrica, manutenzione delle stazioni con nuovi marciapiedi, illuminazione LED e cartellonistica aggiornata.
La riapertura rientra negli scenari allo studio nel Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali di Rfi, che comprende anche il raddoppio della Torino-Pinerolo. Un piano che, se realizzato, riporterebbe in vita un collegamento ferroviario storico e strategico per il territorio.
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