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Ambiente
22 Agosto 2025 - 12:20
Sette girini di Rana temporaria sono stati osservati nel lago Leità, sul versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso
Sette girini di Rana temporaria sono stati osservati nel lago Leità, sul versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso. La presenza di questi esemplari rappresenta un segnale significativo, poiché per decenni le specie invasive ne avevano impedito la riproduzione. A darne notizia è il Parco stesso, partner del progetto europeo LIFE RESQUE Alpyr, finalizzato al recupero degli ecosistemi alpini lacustri.
Il lago Leità era stato colonizzato a partire dagli anni Sessanta dal salmerino di fonte (Salvelinus fontinalis), un pesce originario del Nord America introdotto a scopo ricreativo. Solo in tempi più recenti si è compreso l’impatto negativo di queste introduzioni: i pesci alieni predavano uova, girini e adulti delle rane, azzerando la loro capacità di riprodursi. Dal 2023 il Parco ha avviato interventi mirati per riportare il lago alle sue condizioni originarie, eliminando le specie alloctone e ripristinando l’habitat.
I ricercatori del progetto hanno documentato, oltre ai girini, un individuo in fase avanzata di metamorfosi, con quattro zampe già sviluppate e coda in riassorbimento. Questo dato suggerisce che la Rana temporaria sia riuscita a completare il ciclo riproduttivo, un evento che non si verificava da decenni. Già nel 2024 erano stati registrati i primi movimenti di adulti nei dintorni del lago, considerati un indizio incoraggiante del ritorno della specie.
Il progetto LIFE RESQUE Alpyr coinvolge diversi parchi alpini tra Italia e Francia ed è finanziato dal programma europeo LIFE. Le attività comprendono la rimozione dei pesci non autoctoni, il monitoraggio della qualità delle acque e l’osservazione degli anfibi come bioindicatori dello stato degli ecosistemi. La Rana temporaria, diffusa nelle Alpi fino a 2.500 metri di quota, svolge un ruolo ecologico importante nella catena alimentare e la sua presenza è considerata indice di buona qualità ambientale.
Il caso del lago Leità si inserisce in un quadro più ampio di azioni di conservazione attuate dal Parco Gran Paradiso, che da anni collabora a progetti europei per tutelare la biodiversità alpina. Il ritorno della specie, pur con numeri ancora limitati, rappresenta un primo risultato concreto della strategia di ripristino ecologico e apre la strada a ulteriori verifiche sulla stabilità della popolazione nei prossimi anni.
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