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Il caso

Brandizzo: continua il caso nutrie dopo il morso all'anziano

Interrogazione di "La Nuova Decimum" alla sindaca Monica Durante: "Necessario un piano di contenimento, è misura tecnica non ideologica"

brandizzo nutrie

Una nutria, foto di repertorio

La scorsa settimana, a Brandizzo un uomo di 83 anni è stato morso da una nutria mentre passeggiava lungo via Lungo Bendola. L’episodio ha destato preoccupazione e ha riportato in primo piano il tema della gestione di una popolazione animale in crescita costante.

Pochi giorni dopo, il gruppo consiliare di minoranza "La Nuova Decimum" ha protocollato un’interrogazione alla sindaca Monica Durante. I consiglieri Alessandro Barbera e Patrizia Tortori hanno segnalato non solo la diffusione sempre più evidente delle nutrie sul territorio comunale, ma anche i rischi collegati: danni agli argini e ai corsi d’acqua, criticità per l’agricoltura, pericoli per la circolazione stradale in caso di attraversamenti improvvisi e possibili conseguenze igienico-sanitarie, come la leptospirosi.

La sindaca ha riconosciuto che il problema non è nuovo e che le precedenti amministrazioni non sono riuscite a risolverlo. Ha quindi confermato la necessità di un piano di contenimento, definendolo una misura tecnica e non ideologica. L’amministrazione ha incaricato il Settore Programmazione e Gestione del Territorio di individuare le soluzioni più efficaci. Tra le opzioni al vaglio ci sono l’applicazione del protocollo della Città Metropolitana di Torino, che prevede monitoraggio, cattura e abbattimento controllato, la proposta dell’Università di Torino sulla sterilizzazione e l’installazione di reti di protezione nelle aree più frequentate, come parchi e giardini pubblici.

Nel frattempo resta valida l’ordinanza comunale che vieta di alimentare la fauna selvatica. Un divieto che, ha ricordato l’amministrazione, serve a evitare concentrazioni anomale e a ridurre i comportamenti confidenti degli animali, che aumentano i rischi di incidenti e aggressioni.

La gestione del problema vedrà il coinvolgimento di Regione, Città Metropolitana, ASL veterinarie e Consorzio per l’arginatura. L’obiettivo è affrontare in modo coordinato una criticità che ormai interessa sicurezza pubblica, viabilità e tutela ambientale.

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