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Safari in Piemonte
13 Settembre 2025 - 23:20
Il paesaggio piemontese, con i suoi boschi rigogliosi e i corsi d'acqua che disegnano la Pianura Padana, nasconde una fauna di una bellezza sorprendente. Tra le creature più affascinanti che popolano questa regione vi è una farfalla di straordinaria eleganza: l'Ilia, o Apatura ilia, una specie elusiva che si rivela solo agli osservatori più attenti.
UN GIOIELLO CANGIANTE TRA LE CHIOME
Il nome Apatura deriva dal greco antico e significa "ingannare", probabilmente riferito alla colorazione cangiante che "inganna" l'occhio dell'osservatore. Il nome specifico ilia richiama invece Ilia, la madre di Romolo e Remo nella mitologia romana.
Riconoscere l'Ilia rappresenta una vera sfida per gli appassionati di natura. Questa farfalla, con un'apertura alare che varia da 50 a 63 millimetri, si presenta in due forme principali che aggiungono mistero alla sua identità. La forma nominale presenta macchie e bande bianche su sfondo scuro, mentre la forma clytie, particolarmente diffusa in Pianura Padana, si distingue per disegni fulvi su sfondo marrone scuro.
La caratteristica più spettacolare si manifesta nei maschi: le loro ali superiori rivelano un'iridescenza straordinaria. Il colore marrone di base si trasforma in ampie zone blu-violette cangianti, un effetto dovuto non a pigmenti chimici ma a un fenomeno di colorazione strutturale. Le squame delle ali agiscono come minuscoli prismi che diffrangono la luce, creando questo vibrante effetto ottico che ha valso alla specie il soprannome di "principe fantasma".
La vita dell'Ilia è scandita da due generazioni annuali. I bruchi della seconda generazione sviluppano una strategia di sopravvivenza notevole: con l'arrivo dell'autunno cambiano colore dal verde al marrone per mimetizzarsi con le foglie secche durante l'inverno. Al ritorno della primavera riprendono la colorazione verde per adattarsi al nuovo ambiente.
DOVE E QUANDO OSSERVARLA
Nonostante la sua natura elusiva, l'Ilia può essere osservata da chi conosce le sue abitudini. Passa gran parte del tempo a svolazzare tra le chiome degli alberi, ma scende al suolo per nutrirsi in modi inusuali: succhia l'umidità da pozze di fango, si nutre di linfa che fuoriesce dalla corteccia o, sorprendentemente, viene attratta dalla traspirazione umana.
Il periodo migliore per l'osservazione corrisponde ai due cicli di volo annuali: la prima generazione sfarfalla tra fine maggio e inizio luglio, mentre la seconda vola da agosto a settembre. I luoghi ideali sono i boschi umidi lungo i fiumi, dove crescono salici e pioppi, le piante di cui si nutrono i suoi bruchi.
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