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La maxi inchiesta su appalti e corruzione
03 Novembre 2025 - 06:30
Quindici morti nel giro di poche ore, all'ospedale di Ivrea, nel pieno della pandemia Covid. E l'ombra inquietante di un guasto al sistema dell'ossigeno. È una pagina tragica, che riemerge tra le molte carte e i verbali allegati al faldone della maxi inchiesta sullo scandalo dell'Asl TO4, con 38 indagati per corruzione e appalti pilotati.
La data è quella del 18 novembre 2020 e nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Ivrea, attorno alle 19, scatta l'allarme: “Sono Scapino, il primario della rianimazione di Ivrea. Abbiamo tutto l’ospedale senza ossigeno. Siamo in emergenza da circa un’ora. Stiamo già esaurendo tutte le bombole disponibili. Per favore, appena potete, portateci dell’ossigeno…” è la telefonata d'allarme, alla Clinica Eporediese, che viene segnalata nei documenti.
In pratica, secondo quanto viene ricostruito, all'epoca il guasto fu dovuto a una interruzione dei flussi d'ossigeno nel reparto. Secondo la spiegazione dei tecnici, forse era stato collegato alla rete - basata su due serbatoi di ossigeno, con sistema di backup di emergenza - un numero eccessivo di apparecchi, peraltro comprensibile considerando l'emergenza e l'alto numero di pazienti fra terapia intensiva e semi intensiva.
Attorno alle 22 la situazione tornò normale, ma alcuni pazienti erano già deceduti e altri avevano subito serie conseguenze. La Procura di Ivrea aprì una inchiesta, con accertamenti dello Spresal. Nel 2021, i carabinieri del Nas, nella raccolta di testimonianze nell'ambito dell'inchiesta in atto sull'Asl TO4 e l'Ospedale Civico di Settimo, registrarono anche questo episodio. Che non ha, al momento, persone indagate, ma che getta un'altra ombra sinistra sulla sanità locale.
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