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L'iniziativa

In campo contro la violenza: sport e istituzioni uniti a Carmagnola per dire “stop”

Sportivi, amministratori e campionesse per sostenere gli “orfani speciali” dei femminicidi e promuovere una cultura del rispetto

In campo contro la violenza: sport e istituzioni uniti a Carmagnola per dire “stop”

Cristina Chiabotto, il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco, la vicepresidente dell’Ufficio di Presidenza, Valentina Cera e Daisy Osakue, primatista italiana del lancio del disco

Il Piemonte scende in campo, letteralmente e simbolicamente, per combattere la violenza contro le donne. Domenica 23 novembre, al centro sportivo Salsasio di Carmagnola, amministratori, sportivi, rappresentanti del territorio e quattro squadre femminili parteciperanno al torneo benefico di calcio a 7 “In campo contro la violenza”, iniziativa organizzata dall’ASD Salsasio e dal Comune di Villastellone, con il patrocinio del Consiglio regionale e del CONI Piemonte. L’intero ricavato sarà infatti devoluto al progetto S.O.S. - Sostegno Orfani Speciali dei centri antiviolenza E.M.M.A. Onlus, dedicato ai figli delle donne uccise per mano maschile: bambini e ragazzi che, come ha ricordato il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco, «subiscono doppiamente il dramma della violenza, perché molto spesso oltre a perdere la mamma perdono anche il padre, che giustamente dopo aver compiuto atti così gravi viene incarcerato. Rimangono orfani speciali. A loro dobbiamo un aiuto vero».

Nicco ha sottolineato l'importanza della partecipazione corale: «Domenica scenderanno in campo squadre miste di sportivi, amministratori e rappresentanti del territorio: sarà un momento di partecipazione semplice e sentita, per fare fronte comune. Combattere la violenza significa agire insieme, e il Piemonte non resta in silenzio». Il presidente ha anche ringraziato l’associazione Emma Onlus «per la costante opera nei confronti di questi bambini e ragazzi» e ha salutato la presenza della campionessa Daisy Osakue, «uno degli orgogli dello sport italiano».

Anche la vicepresidente dell’Ufficio di Presidenza, Valentina Cera, ha spiegato l'importanza dell'iniziativa. «Quello della violenza sulle donne è una vera piaga sociale. Non lo si vince da soli, lo si vince solo in alleanza: istituzioni, associazioni, società civile. E bisogna farlo prima che la violenza arrivi al suo esito più estremo». Cera sottolinea come il progetto S.O.S. sia «uno dei primi in Italia nel suo genere» e come sia fondamentale lavorare su prevenzione ed educazione: «Occorre imparare da bambini il rispetto, la parità, la giustizia. È un cambiamento culturale che dobbiamo generare tutti insieme».

Accanto alle istituzioni, anche i testimonial sportivi portano la loro voce. Cristina Chiabotto ha raccontato la sua adesione con l’emotività che la contraddistingue: «Sono una donna fortunata e sono grata alla vita, ma essere grati significa anche mettersi a disposizione. Da mamma sento ancora di più il dovere di trasmettere il valore del rispetto. Lo sport è un linguaggio universale, insegna l’alleanza e la capacità di chiedere e dare aiuto. Questo è ciò che mi aspetto anche tra donne e uomini: una squadra che si sostiene nei momenti difficili».

Dal mondo sportivo è arrivato un sostegno pieno anche dal presidente del CONI Piemonte Stefano Mossino, che ha dichiarato: «Lo sport è educazione, è rispetto, è tutela dei diritti. Non potevamo non essere parte di questo percorso. Se oggi abbiamo ancora bisogno di un 25 novembre contro la violenza sulle donne, significa che siamo ancora indietro. Dobbiamo lavorare affinché un giorno questa giornata non sia più necessaria». Mossino ha ricordato che tutte le federazioni sportive regionali hanno aderito all’iniziativa del Consiglio regionale: «Nel prossimo weekend scenderanno in campo con un segno rosso sul volto e dedicheranno un minuto di rumore. È un gesto simbolico ma potente: lo sport ha il dovere di far sentire la sua voce».

Parole significative anche da Daisy Osakue, primatista italiana del lancio del disco, che ha portato il suo messaggio con la forza e la sensibilità che la contraddistinguono: «Spesso, perché pratico uno sport considerato “forte” o “maschile”, mi si dice che certi temi non mi possono toccare. Io invece credo che siano temi che riguardano tutti, uomini e donne, sportivi e non sportivi. Lo sport è un terreno fertile dove si può parlare di tutto, anche di ciò che di solito viene nascosto sotto il tappeto. Dobbiamo farlo, e farlo sempre».

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