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Avigliana, il consorzio Waterwise presenta i risultati sul futuro dell’acqua nelle Alpi: ora, il 30% va sulle piste

Un anno di monitoraggi e confronti locali: ora si lavora alle linee guida per gestire le sorgenti alpine

Avigliana, il consorzio Waterwise presenta i risultati sul futuro dell’acqua nelle Alpi

Il consorzio Waterwise ad Avigliana

Ad Avigliana il consorzio Waterwise ha presentato i primi esiti del progetto europeo dedicato alla gestione sostenibile dell’acqua nelle Alpi. Finanziata da Interreg Alpine Space, l’iniziativa riunisce 12 partner di sei Paesi e otto aree pilota per sviluppare strategie condivise con le comunità locali.

Nel primo anno di attività (il progetto è partito nel 2024) è stata definita una metodologia comune per valutare la vulnerabilità delle sorgenti alpine. In primavera sono stati raccolti oltre 150 campioni d’acqua e installati 24 sensori “Smart Rocks” in 15 siti, con monitoraggi continui su parametri idrologici e geochimici. Parallelamente sono stati organizzati otto workshop che hanno coinvolto 80 rappresentanti di territori, aree protette e imprese turistiche, tutti concordi nell’individuare effetti già tangibili del cambiamento climatico.

Il contesto è critico: le Alpi hanno registrato un aumento di oltre 2°C in un secolo, con impatti su ecosistemi, risorse idriche ed eventi meteorologici estremi. La pressione sulla risorsa acqua è elevata, soprattutto nelle zone dove fino al 30% dei consumi serve all’innevamento artificiale.

«Il consorzio mette insieme competenze diverse per un apprendimento collettivo sulle sorgenti alpine», ha spiegato Clément Roques dell’Università di Neuchâtel. Monica Tolotti, Fondazione Edmund Mach, ha annunciato l’avvio della fase di confronto con i decisori politici per integrare la gestione delle sorgenti nei piani locali e regionali.

I dati raccolti porteranno alla definizione di un protocollo per valutare la vulnerabilità delle acque sorgive, base delle future linee guida destinate agli enti territoriali, con l’obiettivo di ridurre i conflitti d’uso e rendere più resilienti comunità ed ecosistemi alpini.

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