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TENNIS - NITTO ATP FINALS

Jannik Sinner può fare la storia: è rimasto l'unico dei 4 in lotta per un obiettivo, ecco quale

Sabato con doppia semifinale al Pala Alpitour: l'azzurro a caccia del tris contro il russo Medvedev. In serata Djokovic-Alcaraz

Jannik Sinner può fare la storia: è rimasto l'unico dei 4 in lotta per un obiettivo, ecco quale

Jannik Sinner accompagnato dal piccolo Matteo, 7 anni

I quattro migliori al mondo, nell’ordine: Djokovic, Alcaraz, Medvedev e Sinner. La scena oggi, 18 novembre, al Pala Alpitour sarà tutta per loro. Ad aprire le danze il padrone di casa Jannik Sinner, primo nel girone Verde, abbinato a Daniil Medvedev, secondo nel girone Rosso. L’appuntamento sulla superficie veloce del palazzetto torinese è per le 14:30. Mentre la rivincita di Wimbledon tra Carlos Alcaraz e Nole Djokovic si giocherà alle 21.

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Dal mazzo di questi quattro uscirà il campione tra i campioni. Naturalmente, Torino e i suoi tifosi, proverà a spingere il 22enne di San Candido a compiere l’ennesima impresa. L’altoatesino, curiosamente, è l’unico imbattuto finora nel torneo, ed è l’unico che potrebbe portarsi a casa, in caso di vittoria finale, l’intera posta in palio di 4,7 milioni di euro. Meglio stare con i piedi per terra, però. E il primo a volare basso, nonostante sia il primo italiano ad essersi qualificato alle semifinali dell’ex Master in 54 anni, è proprio Jannik, il rosso. Qualcuno lo ha già paragonato ad altri miti dello sport italiano, ma lui si schernisce: «Se penso a Tomba nello sci o a Valentino Rossi nella moto - ha detto Jannik in conferenza stampa -, loro hanno raggiunto risultati pazzeschi e sono di un altro livello. Il fatto che mi paragonino a loro secondo me è un po’ troppo, hanno vinto molto di più e hanno fatto una carriera molto più lunga. Io ho solo 22 anni, spero di star iniziando adesso a fare il mio percorso. Nel tennis italiano si sta muovendo qualcosa, ci sono tanti ragazzi giovani che iniziano a giocare. Ci sono tante buone strutture e tanti ottimi coach. Mi fa molto piacere, ma non dimentichiamoci di quanto hanno fatto gli altri prima di me. Fabio (Fognini, ndr) ha vinto Montecarlo, Berrettini ha fatto finale a Wimbledon. È bello ci sia questo movimento».


Tornando invece alle Nitto Atp Finals e alla vittoria contro il 20enne Holger Rune, nel secondo set Jannik si è toccato ripetutamente la schiena, facendo risuonare un campanello d’allarme, ma lui, che ieri si è allenato regolarmente davanti al pubblico del campo secondario del Pala Alpitour ha rassicurato tutti: «Sto bene - ha dichiarato -, ho avuto solo qualche problemino nel secondo set, ma fisicamente sto bene. Era importante ripartire dopo la bella vittoria su Djokovic, non avevo mai battuto Rune. Holger ha servito molto bene, ho iniziato bene la partita ma nel secondo set è stato molto più complicato breakkarlo. Sono contento della vittoria». Ancora una volta a trascinarlo è stato il pubblico torinese. Jannik ha fatto il suo ingresso in campo, mano nella mano con il piccolo Matteo, paziente oncologico del Regina Margherita, ospite di Casa Ugi. Per Sinner è stato un vero e proprio tuffo nelle emozioni, come ha svelato: «Che sensazioni ho avuto? Per i bambini piccoli - ha raccontato - è meraviglioso entrare in campo con i migliori giocatori al mondo. Anche per me è stato molto bello, mi ha detto “dai Jannik, tifiamo tutti per te!”. È bello dare loro questa opportunità, ma devo dire che è speciale anche per noi giocatori: ci sono così tante volte durante l’anno in cui entriamo in campo da soli, ed è bello che qui invece non lo siamo».

Dopo aver battuto Tsitsipas, Djokovic e Rune, ora ci riproverà con Medvedev. Calare il poker significherebbe centrare la finale, a Torino, il posto giusto nel momento giusto. Il gigante russo, Jannik, lo ha già battuto nelle ultime due occasioni in cui lo ha affrontato prima a Pechino e poi a Vienna. Non c’è due senza tre? I precedenti, però, restano a favore del russo. «Jannik - ha detto Medvedev dopo il ko con Alcaraz - in questo momento è in grande forma. Può fare di tutto. Può fare ogni tipo di colpo ed è per questo che è un top player. Sentivo che a Vienna avevo risposto bene a quello che aveva fatto a Pechino, ma ho comunque perso. Devo essere ancora migliore, rispondere meglio ai suoi colpi».

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