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Calcio, Superlega "sì", Superlega "no": ecco quando decide la Corte Europea

Il pronunciamento della Corte Ue è previsto per il 21 dicembre, tutti gli scenari. E Gravina avverte...

Calcio, Superlega "sì", Superlega "no": ecco quando decide la Corte Europea

Il presidente dell'Uefa, l'avvocato sloveno Ceferin

Monopolio dell'Uefa: fino a oggi, 20 dicembre, è andata così. I principali organizzatori del calcio europeo sono stati loro. Ma da giovedì 21 dicembre le cose potrebbero cambiare. In molti si sono segnati sul calendario questa data. Non tanto per ricordarsi di fare quel determinato regalo di Natale, a quella determinata persona, quanto per vedere come andrà a finire, cosa accadrà al calcio europeo, se ci sarà uno scossone o meno.

La Corte di Giustizia Europea - in mattinata, attorno alle 9:30 - emetterà una sentenza che potrebbe rivoluzionare il calcio europeo, decidendo se l’Uefa è o non è un monopolio abusivo nel suo potere e se può continuare a sanzionare i club che partecipano a competizioni alternative. La Superlega, difesa da Jean Claude Dupont, l’avvocato della storica sentenza Bosman, potrebbe ottenere il via libera per un libero mercato calcistico. Il progetto della Superlega, gestito dalla società A22 con Real Madrid, Barcellona e fino a poco tempo fa la Juventus, prevede una competizione con tre serie da venti squadre ciascuna, con retrocessioni e promozioni. La sentenza potrebbe avere impatti significativi sul futuro del calcio europeo, consentendo una maggiore stabilità, potere e guadagni per i club che partecipano alla Superlega. La Uefa ha cercato di rassicurare i club sulla competitività della Champions League, mentre la Superlega ha promesso una redistribuzione più trasparente e generosa degli incassi. La sentenza potrebbe aprire la strada alla realizzazione del progetto Superlega nella stagione 2025-26.

«Aspettiamo domani per la sentenza - ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina al termine del Consiglio Federale -. Noi siamo stati l’unica federazione che ha assunto una posizione molto chiara. Siamo totalmente contrari, esiste una norma federale per la quale chi aderisce a quel mondo esce dal sistema federale del calcio». «Non possiamo impedirne l’adesione - ha continuato il numero uno della Federcalcio -, ma la scelta, qualora avverrà, deve essere molto chiara. Non è pensabile disputare due o tre campionati all’interno di una serie di organizzazioni. Noi già stiamo lottando al nostro interno sulle date a disposizione sul campionato, potete immaginare cosa succederebbe se aggiungessimo un altra competizione. Io devo salvaguardare il brand del calcio italiano e si deve sapere a cosa si va incontro».

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