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GIORNATA GRANATA

I 20 anni di Cairo al Toro: c'è qualcosa da festeggiare? Tutti i numeri. E spuntano altri striscioni...

L'editore alessandrino ha tagliato il traguardo dei vent'anni alla guida del club. Ma la contestazione è sempre più accesa

Il presidente del Torino, Urbano Cairo

Il presidente del Torino, Urbano Cairo

Due decenni, un quinto di secolo, 7305 giorni. O, più semplicemente, vent’anni: è il traguardo tagliato da Urbano Cairo come presidente del Toro. L’evento, però, è passato in sordina, senza alcuna celebrazione sui social o sui canali ufficiali del club. D’altra parte, lui stesso era stato molto chiaro dopo lo 0-0 contro la Fiorentina: «È un periodo lungo, ma non c’è niente da festeggiare» dichiarava mentre lasciava lo stadio Olimpico Grande Torino.

E, soprattutto, mentre era reduce dalla prima, vera partita in cui per 90 minuti si è sentita indistintamente e continuativamente la contestazione dei tifosi. «Non c’è mai un punto di non ritorno, quando uno fa i risultati cambia tutto» la risposta dell’editore alessandrino sulla protesta sempre più crescente. E ormai ha raggiunto picchi storici, perché tra cori allo stadio, striscioni in giro per la città e in occasione di grandi eventi come Giro d’Italia e Tour de France, commenti di fuoco sui social, la contestazione lo sta travolgendo in tutto e per tutto.


«Ho fatto fare un sondaggio, il 75 per 100 dei tifosi è con me: adesso devo recuperare l’altro 25» spiegava a settembre del 2023, ma due anni dopo la percentuale si è totalmente ribaltata. E i risultati non giocano a suo favore: su 857 partite giocate dal suo Toro, il presidente ha potuto gioire soltanto in 311 occasioni, poco più del 36 per 100 delle gare. Per non parlare dei derby, colorato di granata soltanto una volta in 32 tentativi, con 57 gol subiti che rendono ancora più amara la maledizione contro la Juventus. Poi ci sono due umiliazioni storiche, gli 0-7 al Grande Torino contro Atalanta e Milan che rappresentano il peggior risultato in oltre cent’anni di storia granata, e i tre quarti di finale di Coppa Italia come miglior piazzamento in una competizione vinta cinque volte dal club. «Non c’è niente da festeggiare» diceva Cairo, e probabilmente ha ragione.

Intanto, nella notte sono spuntati altri striscioni di contestazione nei confronti del suo operato. Dai simboli del Toro come il Filadelfia e lo Stadio Olimpico Grande Torino, a quelli di Torino come la Mole Antonelliana, Piazza San Carlo e di fronte al Municipio, è spuntato un drappo con la scritta: "Storia del Torino 2005-2025. Zero strutture, zero trofei, un derby vinto su 32, 130 milioni di debito. Urbano Cairo: vattene!".

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