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Nel laboratorio dello studioso

Egizio: la statua di Neferhebef torna in mostra nel suo museo

L’esposizione fino al 24 maggio. Mercoledì 17 visita guidata con Alessandro Girardi

La  statua di Neferhebef

Ecco il prezioso reperto che tutti aspettano di ammirare

Ha viaggiato attraverso tutta l’Europa per i più disparati studi ed eventi e, per ultimo, solo in ordine di tempo, è approdata alla Bibliothèque National de France ospite dell’esposizione parigina “L’aventure Champollion”. Si tratta della preziosa statua di Neferhebef, patrimonio del Museo Egizio di via Accademia delle Scienze, dove, finalmente, verrà rimarrà in mostra fino al 24 maggio, in occasione degli eventi “Nel laboratorio dello studioso” e l’esposizione “Baciare la terra per il signore degli dèi: la statua stelofora di Neferhebef”.

Una nuova, imperdibile occasione per tutti gli appassionati di egittologia e non solo di entrate in contatto con chi quotidianamente si occupa di analizzare e conservare i reperti di uno dei più importanti musei del mondo. La mostra è realizzata da Alessandro Girardi, assistente curatore del Museo Egizio, con cui mercoledì 17 maggio, alle 16,30, sarà possibile effettuare una visita guidata (https://egizio.museitorino.it/eventi/visita-guidata-con-curatore-museale/). All’Egizio sono custodi e conservati oggetti, statue, mummie, papiri che fin dal 1824 vanno a comporre il suo vastissimo patrimonio in continua evoluzione. E la statua di Neferhebef ne fa assolutamente parte.

Del suo valore fu colpito fin da subito lo stesso Jean-François Champollion durante il suo soggiorno torinese in occasione dell’inaugurazione del museo avvenuta 200 anni fa. Il reperto rappresenta un elemento di evoluzione dei cosiddetti stelofori, delle statue che raffigurano un uomo inginocchiato con le mani protese in avanti a reggere una stele. La statua contiene delle iscrizioni con un’invocazione al dio Amon e, nonostante la provenienza incerta, grazie proprio all’iscrizione è stato possibile risalire al nome del proprietario, Neferhebef appunto, ed anche alle sue varie cariche, tra cui guardiano del tesoro e sacerdote di Amon. Si può inoltre ipotizzare che la statua provenga dall’area tebana, dove il culto della divinità era molto diffuso e che il suo contesto d’origine fosse un tempio o un’area sacra.

Le analisi permettono di datare l’oggetto al Nuovo Regno, più specificamente tra la XVIII e la XIX dinastia (1479 - 1213 a.C. circa). A fare da corollario al reperto principale ci sono alcuni esemplari di statue stelofore e altre statuette provenienti da contesti funerari e templari.

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