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IL CONCERTO

Il celtic rock dei LabGraal invade la Certosa Reale

Domenica 8 settembre per il Collegno Folk Festival

Il celtic rock dei LabGraal invade la Certosa Reale

I componenti della band LabGraal

Musicisti ma non solo, gli strumentisti del LabGraal saranno in concerto domenica 8 settembre, dalle 21,15 negli spazi della Certosa Reale in viale Martiri 30 aprile per l’edizione numero 17 del Collegno Folk Festival. A colpi di celtic rock, la voce di Rosalba Nattero con Luca Colarelli a destreggiarsi tra bagpipe e chitarra. Amdre Lesmo (bouzouki e tastiere) e i tamburi di Gianluca Roggero, porteranno il pubblico nel suono tradizionale dei popoli. Guest star della serata sarà la violinista Chiara Cesano, che, per l’occasione, si unirà alla band. In questi anni, la formazione ha dovuto affrontare momenti non facili seguiti alla scomparsa del flautista Giancarlo Barbadoro, anima non solo musicale di questa originale esperienza, morto nel 2019.

Oltre a scrivere monografie dedicate alla mitica città di Rama, questo ensemble musicale è da sempre impegnato nella difesa dei diritti dei popoli nativi, così come in quella degli animali. Per quanto riguarda il live di oggi, da segnalare che, proprio stasera, saranno presentati e suonati per la prima volta due inediti. Si tratta di “Stop this body cruelty” e della canzone tradizionale norvegese “Waves of time”. Proprio quest’ultimo brano sarà suonato con la taghelharpa, l’antico violino dei vichinghi. Una esibizione speciale, in tutti i sensi. Durante il concerto, infatti, il gruppo piemontese con un’anima celtica, ribadirà il forte legame con il popolo sardo.

Un’amicizia che si allarga ad altri popoli del mare, ad iniziare dagli Shardana, con i quali dividono simboli e tradizione. Danze e canzoni da gustare avendo in mano qualche bevanda tradizionale o, più semplicemente, un buon boccale di birra. Il LabGraal non mancherà di suonare pezzi del repertorio, contenuti nel cd “The last shaman”. Un po’ sciamani, un po’ rabdomanti, Rosalba Nattero e soci, prendono energia profonda dalla terra e la trasformano in musica. Per questo motivo si può spiegare la particolare predilezione verso i popoli nativi e con la natura nei quali questi sono immersi.

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