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Con Giordano Bruno Guerri

"Il Futurismo? I movimenti artistici non hanno colore politico"

A tu per tu con Massimo Spano regista di "Caffeina del mondo" presentato al Festival Dannunziano

Caffeina del mondo, il futurismo al cinema

Una scena del film

Un omaggio sentito, sincero e senza mezze misure al Futurismo, alla sua eredità e alla sua importanza: questo è, in sintesi, il documentario "Caffeina del mondo" di Massimo Spano, scritto e realizzato insieme a Giordano Bruno Guerri.

“Caffeina del mondo” è stato presentato in anteprima al Festival Dannunziano nei giorni scorsi, prima di arrivare al cinema. «Abbiamo ricevuto molti complimenti – spiega Spano – sulla struttura e sull'impostazione del documentario, e sul segno che lascia dopo averlo visto. Sono felice, non era facile fare un lavoro sui futuristi e non essere didascalici. Soddisfazione personale è stata sentirmi dire che questo documentario è da vedere nelle scuole, il Futurismo è un movimento - mi hanno detto alcuni docenti - che non riusciamo a raccontare bene, altrimenti».

Il documentario racconta la grande avventura del Futurismo, a partire dal manifesto del 1909 formato da Filippo Tommaso Marinetti fino al Dopoguerra. È proprio Marinetti – interpretato da Flavio Albanese - a raccontare i punti cardine del movimento: la velocità, il rapporto con la tecnologia, la rivoluzione architettonica, il nuovo ruolo sociale delle donne.

«Partiamo dalle domande a cui cercò di rispondere per giungere sino alla sua prossimità con le forme espressive dei giorni nostri. Il Futurismo per sua natura è stato un movimento enorme, gigantesco, che ancora ci pervade. I movimenti artistici non hanno colore politico, sarebbe sbaglio collocarli in quel senso ma con il Futurismo è stato fatto».

"Caffeina del futuro" alterna filmati di archivio, scene recitate ex novo da attori, interviste a storici del tema a interventi dell’autore e regista Giordano Bruno Guerri.

«Lui è il testimone, lo studia da tanti anni, è il protagonista del documentario e l'ho inserito facendolo diventare un personaggio futurista dell'oggi. Gli vengono gettate addosso immagini, visioni, compie movimenti particolari, ho giocato con lui, è stato molto interessante».

Dalla lettura dei manifesti e degli scritti, ai quadri di Balla, Boccioni e Severini, ai filmati d’epoca e ai progetti architettonici di Antonio Sant’Elia, tutto contribuisce a spiegare il ruolo storico dell’avanguardia, mettendo le idee di più di cento anni fa in relazione al mondo di oggi.

«Loro stessi dicevano di essere come la caffeina, perché davano forza, ti tenevano in piedi, avevano un'energia vitale. Siccome poi il futurismo travalica lo spazio nazionale per arrivare a quello internazionale, è diventato "del mondo". Le loro visioni erano davvero avanti: avevano "visto" treni iperveloci e leggeri come l'alluminio, ma anche i tablet, parlando di scrittura possibile su strutture di silicio alte 3 millimetri... la loro visione era straordinaria. Frank Zappa, John Cage parlano del Futurismo: ha lasciato impronta importante nella cultura del secolo scorso».

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