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Cinema e spettacolo

Joker 2: le follie del villan più famoso di Gotham sul grande schermo

Joaquin Phoenix e Lady Gaga in un film controverso che ridefinisce il mito di Joker

Joker: Folie à Deux, il Sequel che Sconvolge le Regole del Cinema

Joker - Folie à deux (Warner Bros Pictures)

Nel panorama cinematografico contemporaneo, pochi personaggi hanno saputo catturare l'immaginario collettivo come il Joker di Joaquin Phoenix.
Nel 2019, il film diretto da Todd Phillips non solo ha conquistato il Leone d'Oro alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, ma ha anche incassato oltre un miliardo di dollari, consacrando Phoenix con l'Oscar al miglior attore protagonista.
Tuttavia, il sequel "Joker: Folie à Deux", presentato all'81esimo Festival di Venezia e uscito nei cinema italiani il 2 ottobre, promette di essere un'opera altrettanto audace, se non addirittura più controversa, capace di riscrivere le regole del gioco. Ecco perché.
Attenzione, SPOILER!

TRAMA

Arthur Fleck è in carcere per aver commesso cinque omicidi (in realtà sei, ma di uno la polizia non è al corrente), fra cui quello più clamoroso in diretta tv nazionale, ed è in attesa del processo che deciderà della sua pena: la sua avvocatessa vuole chiedere per lui l'attenuante dell'infermitàmentale che riconosca la personalità doppia Arthur/Joker, mentre il viceprocuratore distrettuale Dent vuole la sua testa, invocando la pena di morte. I suoi carcerieri (e aguzzini) lo deridono e lo umiliano, ma uno di loro gli permette (a titolo di scherno) di entrare in un coro di internati di cui fa parte Lee, la giovane donna di cui Arthur si innamora all'istante, intravvedendo in lei la sua prima opportunità di essere realmente visto e accolto: ma Lee è innamorata di Arthur o di Joker?

ANALISI

Il film si apre con un tocco di classe: un corto animato diretto da Sylvain Chomet, noto per capolavori come "Appuntamento a Belleville" e "L'illusionista". In stile Looney Tunes, il cartone preannuncia l'intera narrazione, mostrando Arthur Fleck in conflitto con la propria ombra, il Joker. Questa sequenza iniziale non è solo un omaggio al cinema d'animazione, ma un indizio cruciale per comprendere il vero significato del film. La "follia a due" del titolo, infatti, non è tra Joker e Harley Quinn, interpretata da Lady Gaga, ma tra Arthur e il suo alter ego.

Ritroviamo Arthur Fleck rinchiuso all'Arkham State Hospital, svuotato e oppresso dalla routine di violenze e insulti. L'incontro con Harleen "Lee" Quinzel: conosciuta nel corso di musica della prigione, gli confessa di essere lì per lui: Joker l'ha ispirata, facendole intravedere la possibilità di una vita diversa. Tutto ciò riaccende in lui una scintilla di vitalità, che gli permette di affrontare il processo con un nuovo spirito. L'imputato, Arthur Fleck, si presenta al banco dei testimoni truccato com il clown che tutti conosciamo.



La scelta di trasformare parte del film in un musical, con Lady Gaga che sfoggia le sue abilità canore, è tanto coraggiosa quanto divisiva. La narrazione si sviluppa attraverso i racconti dei testimoni dei crimini di Arthur, come Sophie Dumond e Gary, rendendo la parte centrale del film una riflessione sul passato. È come se Phillips volesse mettere sotto processo il suo stesso lavoro, un atto di autoanalisi che potrebbe sembrare un auto-sabotaggio.

Il finale che cambia tutto: il climax del film arriva quando Arthur, liberato da una bomba in tribunale, fugge per le strade di Gotham. Tuttavia, anziché abbracciare il caos, è sopraffatto dalla violenza che ha scatenato, desidera una vita normale con Lee, ma la sua compagna è delusa dalla sua debolezza. Arthur, privato della sua energia, si lascia arrestare nuovamente, rivelando di essere più vittima che carnefice


"Joker: Folie à Deux" è un film che non teme di osare, capace di dividere il pubblico e di suscitare dibattiti accesi. È un'opera che sfida le convenzioni, mettendo in discussione non solo il mito del Joker, ma anche il ruolo del cinema come specchio della società. In un'epoca in cui i sequel sono spesso accusati di essere mere operazioni commerciali, il film di Phillips si distingue per il suo coraggio e la sua volontà di esplorare nuove strade, anche a costo di alienare una parte del suo pubblico.
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