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Rubrica Road to the Oscars 2025
05 Febbraio 2025 - 17:00
"Il male nasce dentro di noi o viene dall’aldilà?". È una delle domande che pone "Nosferatu", la pellicola di uno dei master dell'horror psicologico Robert Eggers, che riporta, a 102 anni di distanza, l'originale storia di F.W. Murnau sul famoso conte vampiro ispirato al romanzo di Bram Stoker. Adesso, la rielaborazione di Eggers è nominato agli Oscar in quattro categorie, tra cui Miglior Scenografia e Migliori Costumi.
LA STORIA
In Germania, durante il 19esimo secolo, Ellen, una ragazza tormentata da incubi e allucinazioni in cui si vede sposata con la Morte stessa, cerca di convincere il marito Thomas (un agente immobiliare) a rinunciare di prendersi in carico la vendita del castello del conte Orlock in Transilvania per una somma di denaro che avrebbe dato stabilità alla coppia. Ma quando Thomas arriva al castello, Orlock si rivela essere una figura molto più oscura di quanto si immaginava e l'uomo dovrà fare di tutto per salvare Ellen dal rimanere vittima del conte, così come la sua città, dato che questo è famoso per essere "portatore di peste".
L'ISOLAMENTO, SINTOMO DI POTERE PER IL MALE (SPOILER ALERT)
Robert Eggers è conosciuto dal suo pubblico come un maestro dell'horror psicologico del nostro tempo. Tra tensione crescente e atmosfere inquietanti, Eggers esplora la lotta tra i protagonisti e il conte, un'entità oscura che rappresenta il male primordiale che gioca con l'isolamento, la follia e la paura di Ellen causandole mali alla sua salute mentale e la inducono a rischi pericolosi, così come la repressione della sessualità, che si libera solo quando il magico e occulto si fondono con la realtà. La sua capacità unica di mescolare folklore, superstizione e psiche umana creano storie che si immergono nel sinistro senza fare affidamento solo sugli spaventi immediati.
Eggers nelle sue pellicole ha saputo equilibrare tutto: dal casting perfetto, alla sceneggiatura inquietante ma introspettiva, alle spettacolari scenografie che bilanciano le inquadrature e i suoi colori, i quali esprimono le stesse sensazioni di Ellen di disagio, e gioca, come ha fatto per i suoi primi due film, sullo spazio ampio ma isolato, che sottolinea la profonda solitudine che i personaggi sentono nell'animo. Non sono storie a lieto fine e non intendono esserlo, non vogliono trarre in inganno lo spettatore dandogli speranza in una risoluzione finale che vada a soddisfare tutti. Alla fine, Nosferatu viene sconfitto ma non sarebbe stato possibile se Ellen non si fosse sacrificata a lui per salvare l'amato marito. La piaga del conte vampiro viene sconfitta ma Thomas alla fine perde sua moglie.
Anche se l'horror psicologico numerose volte è difficile da digerire, "Nosferatu" è degno del tempo degli spettatori, è uno spettacolo visivo che ha meritato le sue quattro nomination e che ha dimostrato, ancora una volta, come Robert Eggers e il suo cast (da Lily-Rose Depp, che con questo film si è ufficialmente affermata nell'industria cinematografica e non solo per la sua parentela, al leggendario Willem Dafoe, il quale ha solo fatto da personaggio secondario ma che ha di nuovo dato prova della sua maestria nell'arte della recitazione) rappresenti il futuro del cinema, e soprattutto dei generi che, se messi insieme, creano un'esperienza spaventosa ma straordinaria.
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