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TECNOLOGIA
04 Febbraio 2025 - 19:30
Immagine di repertorio
L’Unione Europea accelera sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Dopo l’entrata in vigore dell’AI Act il 2 febbraio, la Commissione europea ha pubblicato le prime linee guida per chiarire le restrizioni più stringenti. L’obiettivo? Evitare usi pericolosi della tecnologia e garantire un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti fondamentali.
LE PRATICHE VIETATE
Il regolamento introduce un sistema di classificazione basato sul rischio, con alcune pratiche messe al bando per il loro potenziale impatto negativo. Tra i divieti principali:
Raccolta di dati biometrici senza consenso: le immagini prelevate dal web o da telecamere pubbliche non potranno essere utilizzate per alimentare sistemi di riconoscimento facciale su larga scala.
Social scoring: vietato ogni sistema che assegni un punteggio ai cittadini sulla base di dati personali irrilevanti, come etnia, origine o status economico, per decidere l’accesso a servizi o opportunità.
Manipolazione psicologica: stop agli algoritmi progettati per condizionare gli utenti, spingendoli inconsapevolmente a prendere decisioni dannose, come contrarre debiti o acquistare prodotti indesiderati.
Crimine predittivo: nessun sistema potrà etichettare preventivamente un individuo come pericoloso basandosi esclusivamente su dati biometrici, senza riscontri oggettivi.
Monitoraggio delle emozioni: vietata l’analisi dello stato d’animo di lavoratori e studenti attraverso videocamere o microfoni, con eccezioni solo per esigenze di sicurezza o sanitarie.
Identificazione biometrica negli spazi pubblici: consentita solo in circostanze eccezionali e con garanzie rigorose per evitare abusi.
COSA SUCCEDERÀ ORA?
I Paesi dell’Unione hanno tempo fino al 2 agosto per designare le autorità di controllo e definire le sanzioni per chi non rispetta le nuove regole. Nel frattempo, Bruxelles lancerà l’AI Act Service Desk, un portale interattivo per aiutare aziende e istituzioni a orientarsi nella normativa.
Con queste misure, l’Europa punta a regolamentare l’uso responsabile dell’IA, mentre il dibattito con le grandi aziende tecnologiche resta aperto: fino a che punto l’innovazione può spingersi senza compromettere la privacy e i diritti dei cittadini?
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