Cerca

Tendenze

Prezzi da capogiro per i cioccolatini di San Valentino: ecco perché il cacao costa così tanto

Una tonnellata è arrivata a costare da 2000 a 10000 dollari

Prezzi da capogiro per i cioccolatini di San Valentino: ecco perché il cacao costa così tanto

Foto di repertorio

Quest’anno i cioccolatini di San Valentino pesano di più sul portafoglio. E il motivo è chiaro: il riscaldamento globale, alimentato dalle attività umane, sta mettendo in ginocchio le piantagioni di cacao, con effetti diretti sui prezzi del mercato e, di conseguenza, sui prodotti dolciari.

Gli effetti del cambiamento climatico colpiscono anche i raccolti, con il rischio di carestie e crisi economiche per le comunità agricole più vulnerabili. Tra le colture più colpite c’è proprio il cacao, essenziale per l’industria dolciaria mondiale e fonte di sostentamento per milioni di persone.

Un recente rapporto evidenzia come le piantagioni stiano soffrendo pesantemente a causa della crisi climatica. Le condizioni estreme del 2023 e del 2024 – tra piogge torrenziali e temperature record – hanno devastato i raccolti in Costa d’Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria, i giganti della produzione di cacao che insieme coprono il 70% del mercato globale. Il risultato? Un’impennata senza precedenti del prezzo della materia prima.

Basta guardare i numeri: se fino a qualche anno fa una tonnellata di cacao si acquistava a 2.000-3.000 dollari, mercoledì 12 febbraio 2025 il prezzo ha sfondato quota 10.000 dollari, con un picco storico toccato a dicembre 2024 a 12.500 dollari, secondo i dati dell'Agence France-Presse. Un balzo che ha inevitabilmente fatto lievitare i costi di torroni, panettoni e dolci al cioccolato già durante le festività natalizie, con aumenti fino al 50% per alcuni marchi.

E oggi, 14 febbraio, l’effetto si fa sentire anche sui classici cioccolatini regalati agli innamorati. Le grandi aziende dolciarie hanno già adeguato i listini, annunciando rincari in più occasioni per far fronte alla corsa sfrenata del cacao sui mercati di Londra e New York.

I dati del rapporto di Christian Aid sono allarmanti: negli ultimi dieci anni, nelle principali aree di coltivazione, si sono registrate in media tre settimane in più di temperature superiori ai 32 °C – il limite critico per la crescita delle piante di cacao – tra marzo e ottobre, il periodo di massima produttività. Solo nel 2024, oltre il 70% delle zone analizzate ha vissuto almeno 42 giorni di caldo estremo, con effetti devastanti sulla quantità e sulla qualità del raccolto.

La crisi climatica, dunque, non è più una minaccia lontana. Si riflette nei piccoli gesti quotidiani, come l’acquisto di una scatola di cioccolatini. E mentre il costo del cacao continua a salire, il rischio è che il dolce simbolo dell’amore diventi sempre più un lusso.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.