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Salute mentale
19 Febbraio 2025 - 06:30
Il pensare troppo, o "overthinking", è spesso visto come un ostacolo, un disco rotto che si inceppa e ci impedisce di avanzare. Non è detto, però, che sia una pratica così negativa. Cambiare prospettiva sull'overthinking potrebbe rivelarsi un'arma segreta.
Alice Boyes, psicoterapeuta statunitense e autrice di "Stress-Free Productivity", afferma chi è incline a rimuginare frequentemente possiede tratti comuni agli innovatori. Riflettere ripetutamente su un episodio lavorativo apparentemente problematico può rivelarsi di grande valore, somigliando a un puzzle che, con il tempo e l'attenzione, trova la propria soluzione. Questa capacità di intravedere opportunità in ciò che sembra un ostacolo è una qualità distintiva degli "iperpensatori". Gli iperpensatori non abbandonano i problemi lavorativi sulla soglia dell'ufficio, anzi, continuano a riflettervi nei momenti più inaspettati, come sotto la doccia o prima di addormentarsi. Tale trasportare le situazioni consente di osservare le questioni da prospettive diverse, aprendo la via a idee che altrimenti resterebbero nascoste.
Tuttavia, è cruciale equilibrare con la propria riserva energetica, che può variare nel tempo. Un rischio dell'overthinking è che il continuo rimuginare possa distoglierci dall'attuazione pratica delle nostre idee. È essenziale che le soluzioni che emergono nella nostra mente trovino concretezza, seppur con delle imperfezioni. Questo passaggio assume una valenza quasi terapeutica, in grado di rafforzare la fiducia nelle nostre capacità e nei nostri pensieri. Portare il pensiero dal piano teorico a quello reale richiede coraggio e può trasformare l'overthinking in un concreto vantaggio. In definitiva, riflettere troppo non rappresenta necessariamente un difetto. Con la giusta prospettiva, può diventare un potente strumento di crescita personale e professionale.
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