Cerca

Tendenze

Ecco il jeffing, la tecnica che fonde camminata e corsa: come funziona

L'attività è un omaggio al un ex maratoneta statunitense

Ecco il jeffing, la tecnica che fonde camminata e corsa: come funziona

Per molti runner, fermarsi a camminare è quasi un tabù. C’è chi considera la corsa un’attività da svolgere senza interruzioni, chi vede nella camminata un segnale di debolezza. Ma questa è solo un’illusione. Correre e camminare non sono nemici, ma due facce della stessa medaglia del movimento umano. E quando vengono combinati con criterio, il risultato può essere sorprendente.

Benvenuti nel mondo del jeffing, la tecnica che unisce corsa e camminata in un’unica strategia di allenamento. Un metodo efficace non solo per i principianti, ma anche per i runner più esperti che vogliono migliorare le proprie prestazioni senza sovraccaricare il corpo.

Il nome può sembrare misterioso, ma la pratica è semplice: alternare tratti di corsa e di camminata in base a un preciso schema. Una tecnica adottata persino in gara, dalle maratone alle ultramaratone, dove anche gli atleti più preparati camminano sui tratti più impegnativi e corrono nei punti strategici.

Ma da dove nasce il termine? Jeffing è un omaggio a Jeff Galloway, ex maratoneta olimpico e allenatore statunitense, pioniere di questo approccio. Galloway ha dimostrato che inserire pause di camminata nella corsa aiuta a migliorare la resistenza, ridurre il rischio di infortuni e, in alcuni casi, persino abbassare i tempi finali delle gare.

Adottare questa tecnica è più semplice di quanto si possa pensare. Se si è agli inizi, il modo migliore per approcciarsi al jeffing è iniziare con intervalli brevi, alternando uno o due minuti di corsa a tratti leggermente più lunghi di camminata. Questo ciclo può essere ripetuto per circa venti minuti, permettendo al corpo di adattarsi gradualmente. Con il tempo, la durata complessiva dell’allenamento può aumentare e il rapporto tra corsa e camminata può essere modificato a favore della corsa.

Questa strategia ricorda il fartlek, il metodo di allenamento svedese basato su variazioni di ritmo, ma con una differenza fondamentale: nel jeffing l’alternanza tra corsa e cammino è pianificata in modo strutturato, con l’obiettivo di ottimizzare la gestione dello sforzo e migliorare la resistenza.

C’è chi pensa che il jeffing sia solo un’opzione per chi si avvicina per la prima volta alla corsa, ma in realtà anche i runner più esperti possono trarne vantaggio. Uno studio pubblicato sul Journal of Science and Medicine in Sport ha dimostrato che questa tecnica permette di completare una maratona in tempi simili a quelli della corsa continua, con un affaticamento ridotto e un rischio di infortuni minore.

A trarre beneficio sono diversi gruppi muscolari, migliorando la resistenza e permettendo di mantenere un passo più efficace fino alla fine della gara. Per molti maratoneti esperti, questo metodo può fare la differenza tra il raggiungere o meno un obiettivo di tempo.

Integrare la camminata all’interno di un allenamento di corsa non solo aiuta a gestire meglio lo sforzo, ma porta anche benefici concreti a livello fisico. Alternare corsa e cammino riduce lo stress muscolare, permettendo di coprire distanze più lunghe senza affaticarsi eccessivamente. Le pause di camminata aiutano anche a prevenire la comparsa di microlesioni e sovraccarichi, facilitando il recupero e riducendo i tempi di rigenerazione tra una sessione e l’altra.

Questo approccio offre un vantaggio anche in termini di resistenza: rallentando nei momenti giusti, il corpo riesce a gestire meglio l’energia, permettendo di mantenere una velocità costante per tutta la durata della corsa.

Per chi sta muovendo i primi passi nel mondo del running, il jeffing rappresenta un metodo perfetto per costruire resistenza senza traumi e senza la frustrazione di doversi fermare del tutto. Per i runner esperti, invece, può diventare una strategia efficace per migliorare le prestazioni con un minor dispendio energetico.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.