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Dazi USA
04 Aprile 2025 - 08:15
Nel vivace cuore di Manhattan, tra i mercati affollati e le luci brillanti dei grattacieli, si respira un clima di crescente preoccupazione. L'annuncio di Donald Trump riguardo l'introduzione di nuovi dazi ha scatenato un’ondata di reazioni contrastanti, con ricadute che si fanno sentire su vari settori e sul morale dei consumatori. L’effetto domino di queste misure rischia di stravolgere l’equilibrio economico sia a livello nazionale che globale.
Le nuove tariffe hanno colpito duramente le aziende che rappresentano l’ossatura dell’economia americana. Apple, Nike, Nvidia e Amazon, tra le più esposte, hanno visto una discesa preoccupante delle loro azioni. Apple, con la sua dipendenza dalla produzione cinese, e Nike, che sfrutta le catene di approvvigionamento del Vietnam e dell’Indonesia, sono tra le più vulnerabili. Anche Nvidia, leader nel settore dei semiconduttori, e Amazon, che fa affidamento sull'importazione di prodotti da tutto il mondo, si trovano a fronteggiare costi più alti. Persino Walmart, simbolo del commercio al dettaglio, si trova a dover fare i conti con problemi legati alla logistica globale.
Colpita la produzione automobilistica
Il settore automobilistico è tra i più colpiti dalle nuove politiche tariffarie. Oltre al già esistente dazio del 25% sulle auto importate, Trump ha annunciato un nuovo dazio universale del 10%, che colpirà sia i veicoli stranieri che quelli assemblati negli Stati Uniti ma con componenti esteri. Questo aumento potrebbe tradursi in un aumento di prezzo per alcune auto americane, che potrebbero costare tra i 2.500 e i 5.000 dollari in più, mentre per i modelli importati l’aumento potrebbe arrivare fino a 20.000 dollari. L'effetto è immediato: i consumatori dovranno affrontare una spesa più alta per acquistare una macchina.
Nike e abbigliamento
Il settore della moda e delle calzature non è immune dai dazi. L’aumento delle tariffe colpirà le principali nazioni produttrici come la Cina, con un dazio del 34%, il Vietnam (46%) e il Bangladesh (37%). Marchi come Nike, Adidas e Steve Madden, che producono in gran parte in questi Paesi, vedranno inevitabilmente un rialzo dei prezzi. "Nike produce metà delle sue scarpe tra Cina e Vietnam," ha dichiarato un rappresentante dell'azienda, lasciando intuire l’impatto che questa misura avrà sul costo finale dei prodotti.
Cibo e bevande alla prova dei dazi
Il settore alimentare non è stato risparmiato, con il caffè e il cioccolato, provenienti principalmente dall'America Latina, soggetti a dazi fino al 21%. Anche bevande come il vino italiano e il whisky scozzese subiranno tariffe tra il 10% e il 20%. Inoltre, la Grecia, finora esente da questi dazi, vedrà il suo celebre formaggio feta colpito da una tassa del 20%. "Temo che questa volta la feta non sfuggirà ai dazi," ha dichiarato un rappresentante del settore lattiero-caseario greco, riflettendo i timori di un aumento dei costi per i consumatori.
Il settore dei mobili in crisi
Anche il settore dei mobili sta già facendo i conti con l’impatto delle tariffe. Con il 56% delle importazioni di arredamento provenienti dalla Cina e dal Vietnam, le aziende statunitensi che operano in questo settore si troveranno costrette ad aumentare i prezzi dei propri prodotti. Wayfair e altri rivenditori hanno già avvertito che il costo di produzione e trasporto aumenterà, una spesa che inevitabilmente ricadrà sui consumatori.
Orologi e prodotti di alta gamma più cari
Anche il mercato del lusso subirà una pressione notevole. Gli orologi svizzeri, tra cui marchi come Rolex e Swatch, dovranno affrontare un dazio del 31%. I consumatori che desiderano acquistare prodotti di alta gamma si troveranno dunque a pagare un prezzo più alto per questi articoli di lusso, segnando un colpo importante per il settore.
Farmaci: una tregua delicata?
Inizialmente considerati vulnerabili ai dazi, i prodotti farmaceutici sembrano essere stati risparmiati almeno per il momento. Un comunicato della Casa Bianca ha escluso per ora l’applicazione di tariffe sui farmaci, una notizia che ha portato sollievo all’industria. Tuttavia, diversi analisti avvertono che questa "tregua" potrebbe essere fragile e che, in futuro, i farmaci potrebbero essere colpiti indirettamente a causa dei dazi sulle materie prime utilizzate per la loro produzione.
All’interno della politica americana, le reazioni sono state contrastanti. Sebbene la Casa Bianca mantenga una visione ottimista, con Trump che promette un boom economico, le divisioni interne sono evidenti. Mentre alcuni senatori repubblicani cercano di bloccare i dazi su Canada e Messico, altri li sostengono come una mossa necessaria per garantire pari opportunità ai lavoratori americani. I democratici, invece, accusano il presidente di favorire i ricchi a spese delle classi popolari.
Con il futuro dell’economia americana sospeso a un filo, le nuove tariffe potrebbero arricchire le >casse federali, ma a quale prezzo? Il rischio di un aumento dei costi per i consumatori e le aziende è concreto, e ciò potrebbe minare la stabilità a lungo termine. Trump continua a negoziare da una posizione di forza, ma le ripercussioni di queste misure si faranno sentire ben oltre i confini statunitensi. Un potenziale terremoto economico potrebbe sconvolgere non solo gli Stati Uniti, ma anche l’intero panorama globale.
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