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Elon Musk & Dazi USA
08 Aprile 2025 - 17:45
Elon Musk ha provato a spingere Donald Trump a ritirare i dazi sulle importazioni cinesi, ma i suoi sforzi finora non hanno avuto successo. Secondo quanto riportato dal Washington Post, che cita fonti anonime vicine ai colloqui privati tra i due, il fondatore di Tesla avrebbe cercato di influenzare la politica commerciale del presidente americano. Tuttavia, nonostante gli appelli, Trump ha recentemente annunciato un nuovo aumento del 50% delle tariffe sulle merci cinesi.
Il magnate tecnologico, noto per le sue forti connessioni con la Cina, non ha mai nascosto le sue preoccupazioni per gli effetti negativi dei dazi, che considera dannosi per gli interessi globali di Tesla. In un video pubblicato su 'X', Musk ha rilanciato un discorso di Milton Friedman, l’economista che difendeva i benefici del libero scambio, e ha ribadito come le tariffe possano ostacolare le ambizioni internazionali delle aziende come la sua.
— Elon Musk (@elonmusk) April 7, 2025
Quella tra Musk e Trump è una delle più recenti e sorprendenti frizioni all’interno della politica commerciale dell’ex presidente. Mentre Trump ha fatto dei dazi una delle sue principali leve economiche, Musk si è fatto portavoce di una linea più moderata, che vede nei dazi un ostacolo alla crescita economica globale. A far infuriare Musk non è solo la politica tariffaria, ma anche l’atteggiamento del consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, che ha avuto un ruolo chiave nella stesura delle politiche doganali. In un post su ‘X’, Musk ha preso di mira Navarro, dichiarando che un dottorato in economia ad Harvard "è una cosa negativa, non positiva".
In risposta alle critiche, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha difeso l’amministrazione, dichiarando che Trump ha creato una squadra di esperti "talentuosi e competenti" che portano idee diverse al tavolo, ma che alla fine è il presidente a prendere le decisioni finali. "Quando Trump prende una decisione, tutti remano nella stessa direzione", ha affermato Leavitt.
Ma Musk non demorde e continua a cercare di influenzare l’amministrazione. In un recente intervento video al Congresso della Lega, il fondatore di Tesla ha espresso il desiderio di vedere una "zona di libero scambio" tra Europa e Stati Uniti, auspicando una maggiore libertà di movimento e lavoro tra i due continenti. Fonti vicine alla vicenda riferiscono che diversi leader aziendali stanno cercando di formare un fronte comune per esercitare pressione sull’amministrazione Trump, sperando in una politica commerciale meno restrittiva.
La partita che si gioca tra Musk e Trump non riguarda solo gli interessi economici di Tesla, ma anche l’equilibrio delle politiche commerciali globali. Se il presidente dovesse insistere sulla linea dura dei dazi, si preannunciano sviluppi interessanti, che potrebbero influenzare non solo le relazioni con la Cina, ma anche l’intero ecosistema imprenditoriale internazionale.
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