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Ricercatori
22 Aprile 2025 - 18:00
Sempre più spesso, i fossili di Tyrannosaurus rex finiscono nelle collezioni di privati, sottraendoli alla comunità scientifica e ostacolando la ricerca paleontologica: oltre la metà degli esemplari ritenuti cruciali per lo studio — in particolare quelli giovani o non ancora adulti — risultano irraggiungibili per gli studiosi, nonostante il loro potenziale per chiarire aspetti fondamentali della biologia di questi iconici predatori del Cretaceo.
A denunciare questa tendenza è Thomas Carr, paleontologo del Carthage College in Wisconsin, che ha pubblicato una dettagliata analisi sulla rivista Palaeontologia Electronica. Intervistato da Live Science, Carr non nasconde la sua frustrazione: “La situazione è tanto scoraggiante quanto esasperante”, afferma.
Carr sottolinea come i fossili appartenenti alle prime fasi di sviluppo del T-rex siano estremamente rari e, quindi, di immenso valore scientifico. La loro dispersione nel mercato privato rappresenta, secondo lui, una grave perdita per la ricerca: “Stiamo compromettendo, per motivi economici, la possibilità di comprendere aspetti fondamentali della crescita e dello sviluppo di una delle specie più emblematiche del Mesozoico.”
Il suo studio si è concentrato sui reperti considerati scientificamente più significativi — come scheletri completi, crani e singole ossa — tracciando la loro distribuzione attraverso fonti varie: archivi museali, pubblicazioni, registri d'asta e testimonianze. Ne è emerso un quadro preoccupante: 61 esemplari sono conservati in istituzioni pubbliche, mentre ben 71, inclusi 14 individui giovani, risultano di proprietà privata. Un numero che potrebbe essere persino più alto, data l’opacità che spesso caratterizza le transazioni nel mercato dei fossili.
Sebbene alcuni reperti commerciali finiscano occasionalmente in musei grazie ad acquisti o prestiti, Carr ha rilevato che ciò accade solo in una piccola percentuale dei casi — appena l'11%. Nel frattempo, le imprese private battono i musei in termini di nuove scoperte, individuando il doppio dei fossili rispetto alle istituzioni scientifiche.
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