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Un giorno nel mondo
29 Aprile 2025 - 12:15
Lunedì 28 aprile 2025, in ben 3 paesi tra i più importanti d'Europa (Francia, Spagna e Portogallo) c'è stato quello che si potrebbe definire, "il blackout del secolo". Non era capitato prima d'ora che ben tre paesi europei venissero coinvolti tutti insieme in un unico blackout che ha visto le popolazioni senza corrente, né internet, né alcun modo per spostarsi. I treni, le metropolitane, gli aerei, tutti bloccati. E come hanno reagito le persone coinvolte?
Un reel di Instagram postato da un account spagnolo ha mostrato come la gente di Barcellona si è tenuta occupata mentre erano in corso i lavori per ripristinare la corrente: chi leggeva al sole seduti per terra, chi giocava a giochi da tavolo su teli per strada e nei parchi, chi suonava musica tradizionale e ballava e chi voleva mantenersi informato andando a comprare le radio. Ma ci sono state anche persone che non hanno passato momenti felici: chi si trovava in ospedale, o al pronto soccorso d'urgenza, chi non riusciva a tornare a casa dai propri cari a causa del traffico intenso, chi doveva studiare e non poteva perché non riusciva più a leggere i materiali online. La medaglia ha fatto vedere entrambe le sue facce in questo "detox" forzato.
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E non si può fare a meno che chiedersi: cos'è meglio? è davvero sostenibile un mondo dove, in assenza di connessione, la quotidianità si sgretola? O forse, questo incidente è stata una lezione utile a ripensare la nostra relazione con la tecnologia? Il blackout ha offerto spunti diversi a seconda della prospettiva: per qualcuno è stato un momento di libertà, per altri una prigione inaspettata. Carme Chaparro, una giornalista spagnola che sta affrontando un periodo di lotta salutare, ha raccontato come abbia tirato fuori la sua radio, che non accendeva da tanto tempo, per tenersi informata e di come questa sia stata il suo compagno per la giornata: "le pile funzionavano ancora. È stato il mio compagno per tutta la giornata, tra un sonno e l’altro. Spero che stiate tutti bene," ha scritto la giornalista.
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L'influencer Tomás Páramo ha invece mostrato sui suoi profili due degli oggetti che più ha utilizzato nella giornata di 'apagón', ovvero candele e la radio per mantenersi collegato a quello che succede al di fuori. L'influencer e autore ha anche riflettuto su come momenti come questi aprano le menti su quello che succede intorno e di come sia importante, a volte, staccare da tutto: "Al di là degli inconvenienti causati dal blackout, c’è stato anche qualcosa di positivo: alzare lo sguardo dagli schermi e incrociare di nuovo gli sguardi degli altri. Tante cose su cui riflettere... e la cosa peggiore è che devono sempre accadere eventi così per farci rendere conto di come viviamo".
Una storia di Tomás Páramo sul blackout in Spagna
In conclusione, il "blackout del secolo" ci ha costretto a fermarci e riflettere sulla nostra dipendenza dalla tecnologia e sull'effetto che essa ha sulla nostra vita quotidiana. Se da un lato, molti hanno trovato nel caos una nuova forma di connessione e libertà, dall'altro lato ci sono stati quelli per cui l'incidente ha messo in luce le fragilità del nostro mondo iper-connesso.
Il fatto che un'interruzione così grande possa scatenare una reazione tanto variegata dimostra quanto la nostra relazione con la tecnologia sia complessa. Forse, come ha suggerito Tomás Páramo, è proprio in momenti come questi che ci rendiamo conto di quanto sia importante riscoprire la nostra umanità, il nostro bisogno di interazione reale, e di come, a volte, sia necessario "alzare lo sguardo" per vedere davvero ciò che ci circonda. Il futuro ci offre una lezione fondamentale: un mondo connesso è senz'altro comodo, ma un mondo consapevole delle sue vulnerabilità potrebbe essere ancor più ricco di significato.
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