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Deliri rock on the road: le più assurde (e vere) storie di tour

Da incendi accidentali a cuori di maiale autografati, ecco cosa succede davvero dietro le quinte delle leggende del rock

Deliri rock on the road: le più assurde (e vere) storie di tour

Una foto degli Slipknot in concerto

La vita da rockstar non è solo concerti sold-out e tour internazionali: è anche (e soprattutto) una serie infinita di aneddoti fuori controllo. Ogni band ha la sua storia da raccontare, e molte sono talmente surreali da sembrare inventate. Ma il dietro le quinte del rock è spesso più spettacolare (e pericoloso) del palco stesso. Ecco le storie più assurde, esilaranti e incredibili vissute da alcune delle più grandi leggende della musica.

Black Sabbath: Tony Iommi e il batterista incendiato
Chi crede che gli scherzi tra musicisti si limitino a qualche finto assolo, non ha mai sentito parlare delle “attenzioni” che Tony Iommi riservava al suo compagno di band, il batterista Bill Ward. In un’occasione, Iommi decise di versargli dell’alcol addosso e poi gli diede fuoco, convinto che le fiamme si sarebbero spente rapidamente. Ma quella volta, l’alcool penetrò nei vestiti di Ward, trasformandolo in una torcia umana. Iommi, credendo che le urla fossero parte del gioco, rincarò la dose versando altro liquido. Risultato: ustioni di terzo grado e corsa in ospedale. “Era il nostro scherzo da festa”, ha raccontato il chitarrista.

Guns N’ Roses: amicizia a colpi di tavolo e pugni
Axl Rose ha costruito parte del suo mito sull’imprevedibilità. In una delle tante liti interne, fu svegliato bruscamente dal batterista Steven Adler, forse con qualche bottiglia di troppo. La sua reazione fu di lanciare un tavolino contro il compagno, spingerlo su un estintore e colpirlo ripetutamente. Sarebbe stata la fine di qualsiasi amicizia normale. Ma in meno di un’ora erano di nuovo amici.

Slipknot: cuori da firmare, letteralmente
Tra maschere inquietanti e atmosfere da film horror, i membri degli Slipknot non hanno mai nascosto le loro ossessioni per morte e decomposizione. Shawn Crahan, detto “Clown”, aveva l’abitudine di annusare uccelli morti prima dei concerti. I fan, a modo loro, apprezzavano: iniziarono a portargli animali in decomposizione come regalo. Un giorno, una ragazza gli lanciò un cuore di maiale e chiese un autografo. Lui, naturalmente, firmò.

Sex Pistols: punk e Stati Uniti del Sud non collaborano
Il manager Malcolm McLaren orchestrò uno dei tour più folli della storia: un viaggio dei Sex Pistols nel Sud degli Stati Uniti, appositamente progettato per creare conflitti culturali. A San Antonio, la tensione esplose. “La metà del pubblico voleva solo vedere la rissa”, ha raccontato la fotografa Roberta Bayley. Tra sputi e lattine lanciate, Sid Vicious reagì colpendo un fan con il basso.

Asking Alexandria: festa selvaggia e fuga dalla giustizia
Nel 2016, la band britannica Asking Alexandria, in tour in Argentina con i Chelsea Grin, si lasciò un po’ troppo andare. “Avevamo l’intero piano dell’hotel. Dopo giorni, era tutto distrutto”, racconta Ben Bruce. Lanci di TV, stanze devastate, caos totale. Alla reception, però, l’hotel rifiutò di essere risarcito: “Non vogliamo i vostri soldi, vogliamo una punizione.” Capendo l’antifona, la band cercò di fuggire in aereo, ma l’aereo fu bloccato dalla polizia. Anche se riuscirono a decollare, due anni dopo, tornando in Sud America, trovarono un'accoglienza decisamente più fredda: hotel spoglio, stanza con un solo materasso. La fama li aveva preceduti.

Nickelback: eleganza in sacchi della spazzatura
Pioggia torrenziale, valigie perse e niente abiti di ricambio: i Nickelback, pur di salire sul palco, si sono avvolti in sacchi della spazzatura. Una soluzione improvvisata, certo, ma perfettamente coerente con lo spirito “the show must go on” del rock.

Queste storie, a metà tra l’esilarante e l’inquietante, raccontano un lato del rock raramente visibile al grande pubblico: quello dove il caos regna sovrano, l’eccesso è la regola e la realtà supera di gran lunga qualsiasi fiction. E molti dei protagonisti hanno ancora le cicatrici, fisiche o psicologiche, per dimostrarlo.

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