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IL RICORDO
05 Maggio 2025 - 16:55
Buon compleanno amore. Con queste parole, semplici e cariche di un dolore che non conosce fine, Gino Cecchettin ha voluto ricordare oggi la figlia Giulia, nel giorno in cui avrebbe festeggiato il suo 24esimo compleanno. Un messaggio affidato ai social, accompagnato da un piccolo cuore rosso e dall’immagine di un cielo in cui il sole cerca spazio tra le nuvole: un saluto silenzioso, ma capace di raccogliere intorno a sé la solidarietà di migliaia di persone che, ancora una volta, si sono strette alla famiglia Cecchettin.
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Giulia Cecchettin è stata uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta, un femminicidio che ha scosso l’Italia e acceso il dibattito nazionale sulla violenza di genere. Da allora, il padre Gino, pur devastato dal dolore, ha scelto di trasformare la perdita in impegno civile, portando avanti la memoria della figlia e promuovendo una cultura del rispetto e della responsabilità affettiva tra le nuove generazioni.
Anche Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ha affidato ai social il suo ricordo, pubblicando quattro foto private che raccontano la loro storia: dall’infanzia in culla fino all’adolescenza, sempre insieme. “Oggi avresti compiuto gli anni che avevo io quando ti ho persa per sempre”, ha scritto Elena, lasciando trasparire il dolore di un legame spezzato troppo presto. In un passaggio struggente, ha citato una frase in tedesco presa da un brano musicale: “Quando tutto brucia per te/Sì, forse anche io”, a testimonianza di una sofferenza che si rinnova ogni giorno
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Il ricordo di Giulia continua a vivere anche attraverso la fondazione nata in suo nome, voluta dal padre per sostenere le vittime di violenza e diffondere messaggi di rispetto e cittadinanza attiva. Proprio domani, la Fondazione Giulia Cecchettin sarà presente all’incontro “Cara Giulia” organizzato dall’Università di Siena, dove Gino dialogherà con i giovani delle Contrade, in un momento di riflessione collettiva su temi cruciali come la responsabilità affettiva e la lotta al linguaggio dell’odio.
Il dolore della famiglia Cecchettin si fa ancora più acuto in giornate come questa, ma la loro testimonianza si è trasformata in un simbolo di speranza e cambiamento. “Non sono un educatore, né un esperto – ha più volte sottolineato Gino Cecchettin – ma un padre che cerca di trasformare il dolore in consapevolezza collettiva”. Un impegno che, nel nome di Giulia, continua a coinvolgere e ispirare l’Italia intera.
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