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Motori da corsa

Ma perchè la Formula 1 piace così tanto a tutti?

Dall'elite maschile ai social media, come lo sport dei motori ha conquistato la società odierna

Ma perchè la Formula 1 piace così tanto a tutti?

Da piccoli ci dicevano: la danza è per le femmine, il calcio per i maschi. Gli sport avevano confini netti, quasi ideologici. E la Formula 1? Era roba da uomini. Tecnica, rumore, olio e velocità. Nessuno si sarebbe aspettato che, un giorno, sarebbe diventata oggetto del desiderio anche per chi non sapeva distinguere una Red Bull da una McLaren. E invece oggi la F1 è dappertutto: nei reel, nelle passerelle, nelle conversazioni tra amiche, nei meme. È diventata cool, anzi, è diventata pop.

Un tempo riservata a un’élite maschile fatta di tecnici, tifosi puri e cultori del rombo, oggi la Formula 1 vive un’inaspettata rinascita culturale. Ma cosa ha trasformato questo sport ad alta velocità in un fenomeno trasversale, amato da uomini e donne, da appassionati e neofiti?

Netflix, TikTok e la narrazione emozionale

Tutto inizia con Formula 1: Drive to Survive, la serie Netflix lanciata nel 2019. Attraverso una regia da thriller sportivo e una narrazione centrata sui piloti, i loro drammi personali e le rivalità interne, lo show ha reso la F1 umana e avvincente. Piloti come Lewis Hamilton, Charles Leclerc o Lando Norris sono diventati protagonisti di fanbase affezionate, con un seguito che si estende ben oltre le piste.

Sui social, soprattutto TikTok e Instagram, il linguaggio visivo e ironico ha reso accessibile uno sport che prima sembrava criptico. Clip di pit stop perfetti, outfit del paddock, meme e siparietti radio: oggi il dietro le quinte è spettacolo quanto la gara stessa.

I meme soprattutto hanno trasformato la Formula 1 in un linguaggio condiviso. Che si tratti delle espressioni gelide di Toto Wolff, delle radio tra box e piloti ("Fernando is faster than you") o degli abbracci post-gara tra rivali, ogni dettaglio diventa materia prima per ironia, commento sociale o affetto collettivo. L’umorismo online ha smontato l’aura iper-seria dello sport, rendendolo più accessibile, più amabile, più condivisibile. E ha avvicinato un pubblico che prima avrebbe scrollato via.

Moda, celebrity e lifestyle

Nel 2024, Lewis Hamilton ha sfilato per Valentino, mentre Fernando Alonso è apparso in campagne pubblicitarie di lusso. I look del paddock sono diventati un tema di stile – con interi profili Instagram dedicati agli F1 fits. Anche le scuderie collaborano con brand di streetwear o lusso: Puma, Off-White, Tommy Hilfiger.

E poi c’è la dimensione evento. I GP come quello di Miami o Las Vegas sembrano veri e propri festival con DJ set, concerti e ospiti VIP: Zendaya, Rihanna, Brad Pitt, Timothée Chalamet, Cara Delevingne, Patrick Mahomes, Tom Holland – tutti avvistati regolarmente nei paddock più esclusivi. Ma non si tratta solo di comparsate da red carpet in pista: molte star seguono i team, tifano apertamente per i loro piloti preferiti e ne parlano sui social.

Il risultato? Una visibilità incrociata che mescola glamour e passione sportiva. Quando un attore premio Oscar si emoziona per un sorpasso, o una popstar posta un video meme su Charles Leclerc, la F1 smette di essere “di nicchia” e diventa parte dell’immaginario collettivo. In un’epoca in cui il fandom conta quanto la tecnica, ogni celebrità appassionata di F1 è un acceleratore culturale.

Donne nella F1: spettatrici, esperte e protagoniste

Un altro cambio di paradigma è l’ingresso massiccio di un pubblico femminile. Non solo come fan, ma anche come commentatrici, esperte tecniche, content creator e, finalmente, atlete. Con il lancio della F1 Academy (campionato femminile under 25 promosso da Liberty Media), il messaggio è chiaro: c’è spazio anche per le donne dietro il volante.

Tra i nomi da tenere d’occhio ci sono la svizzera Léna Bühler (prima donna a essere annunciata per il team ART GP nella Formula Regional), la britannica Abbi Pulling, già membro del programma junior Alpine e oggi una delle più promettenti in F1 Academy, e la giovanissima spagnola Lola Lovinfosse, classe 2005, che ha attirato attenzione per velocità e personalità. La loro presenza non è simbolica: è competitiva. E rappresenta una rottura con il passato che per troppo tempo ha relegato le donne ai margini della pista.

Il fascino del rischio nella pop culture, aggiornato al 2025

A sigillare definitivamente lo status pop della Formula 1 è il cinema. Nel 2025 arriverà F1, il film ad alto budget diretto da Joseph Kosinski (Top Gun: Maverick) e prodotto da Apple Studios. Damson Idris e Brad Pitt interpretano due piloti in epoche diverse, tra tensione, adrenalina e passaggio di testimone. Con scene girate durante veri GP e la collaborazione diretta con la Mercedes-AMG, il film promette un realismo inedito. E, nel frattempo, usa anche i red carpet per scaldare i motori: l’outfit racing-chic di Idris al Met Gala 2025 ne è la dimostrazione.

In un mondo sempre più virtuale, l’F1 resta una delle poche discipline che mescola rischio reale, tecnologia estrema e spettacolo puro. È un palcoscenico di tensione, velocità e umanità compressa in pochi millisecondi. E questo, oggi, piace a tutti.

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