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Fallimenti

Neat Burger, il fast-food vegano di Lewis Hamilton, chiude i battenti in UK ma resiste ancora in Italia e punta agli USA

Dalla Formula 1 ai fornelli, tra flop britannico e nuove speranze americane

Neat Burger, il fast-food vegano di Lewis Hamilton, chiude i battenti in UK ma resiste ancora in Italia e punta agli USA

Ci sono celebrità che si lanciano nel business del caffè, chi della bellezza, chi della tequila e chi altri nel vestiario. Ma non sempre questi funzionano, Lewis Hamilton lo sa molto bene. Il sette volte campione del mondo di Formula 1, oggi alla guida della Ferrari, si trova in una delle fasi più complesse della sua carriera — dentro e fuori dalla pista. Oltre ai risultati sportivi che faticano ad arrivare, il pilota britannico ha appena visto chiudere gli ultimi due punti vendita nel Regno Unito della sua catena di fast food vegana, Neat Burger.

Lanciato nel 2019 con ambizioni globali, il marchio aveva rapidamente conquistato Londra, arrivando ad aprire otto sedi. Ma oggi, i ristoranti di Soho e Camden — gli ultimi rimasti nella capitale britannica — hanno abbassato definitivamente le serrande. “È stata una decisione difficile, ha dichiarato un portavoce dell’azienda al The Sun, confermando la chiusura e precisando che non verranno rilasciati ulteriori commenti.

Un progetto sostenuto da star, ma frenato dalla realtà

Nonostante il sostegno di figure di primo piano come Leonardo DiCaprio (partner della catena e sostenitore della startup Beyond Meat) e il portiere del Real Madrid Thibaut Courtois, Neat Burger ha faticato a tenere il passo. Nel 2022 l’azienda ha registrato perdite per 7,85 milioni di sterline. Le cause? Un calo di clientela nei centri cittadini, una flessione della domanda di delivery e, forse, una crescita più rapida di quanto il mercato fosse pronto ad accogliere.

La società era riuscita a raccogliere oltre 25 milioni di dollari, arrivando nel 2023 a una valutazione di 100 milioni, ma ciò non è bastato a evitare un ridimensionamento drastico. Dopo le recenti chiusure, si stima la perdita di circa 150 posti di lavoro nel Regno Unito.

Vegani in crescita, ma gli onnivori restano la maggioranza

In Italia, secondo l’ultimo rapporto Eurispes, circa il 9,5% della popolazione segue una dieta vegetariana o vegana. La fascia vegana, in particolare, è quadruplicata tra il 2014 e il 2024. Eppure, l’85,5% degli italiani continua a definirsi onnivoro, segno che la strada per un cambiamento diffuso nelle abitudini alimentari è ancora lunga. Insomma, l’idea dell’hamburger vegetale piace, ma resta una nicchia.

Milano resiste, ora l’obiettivo sono gli Stati Uniti

Se il Regno Unito chiude, l’Italia per ora tiene. Le uniche due sedi operative di Neat Burger rimaste al mondo sono entrambe a Milano: una in zona Porta Venezia, l’altra nel centro commerciale Merlata Bloom. Il brand, fondato anche con la partecipazione degli imprenditori italiani Tommaso Chiabra e Jordan Rocca, guarda ora agli Stati Uniti per una nuova espansione. Entro la fine dell’anno è prevista l’apertura del primo punto vendita fisico americano, sostenuta da una raccolta fondi da 30 milioni di dollari.

Hamilton, diventato vegano nel 2017 per ragioni etiche e ambientali, credeva fermamente nella mission di creare “piatti deliziosi e sostenibili”. “Pensavo avrebbe cambiato le regole del gioco, aveva dichiarato all’epoca. Oggi, di quel sogno rimangono due insegne e una nuova sfida oltre oceano.

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