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Addio emicrania prima ancora che inizi? Il nuovo farmaco che blocca tutto sul nascere

Scoperto l’efficace potere dell’ubrogepant, il farmaco che può fermare i sintomi dell’emicrania già nella fase prodromica: cosa dice il nuovo studio e perché potrebbe rivoluzionare la cura del mal di testa cronico.

Addio emicrania prima ancora che inizi? Il nuovo farmaco che blocca tutto sul nascere

L’emicrania non è un semplice mal di testa. È un’onda lunga e silenziosa che arriva ore prima del dolore vero e proprio, trascinandosi dietro stanchezza, vertigini, fotofobia, fonofobia, difficoltà di concentrazione e un fastidioso dolore al collo. Ora però un farmaco, l’ubrogepant, promette di spezzare quell’onda sul nascere.

Lo dice uno studio clinico di fase 3, condotto da un team internazionale di ricercatori e pubblicato su Nature Medicine, che sta accendendo un barlume di speranza tra chi convive da anni con questa malattia subdola e debilitante.

Il principio è rivoluzionario: agire non quando il dolore arriva, ma prima, nella cosiddetta fase prodromica, quel momento spesso sottovalutato che precede l’attacco conclamato. È qui che si nascondono i sintomi più insidiosi: spossatezza improvvisa, disturbi cognitivi, ipersensibilità a luci e suoni.

In quella finestra temporale, secondo lo studio guidato da Peter Goadsby del King’s College di Londra e da Richard B. Lipton dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, ubrogepant ha mostrato una notevole efficacia nel ridurre i sintomi e impedire l’escalation dell’attacco.

Come funziona ubrogepant

Ubrogepant è un farmaco della famiglia dei gepant, inibitori del recettore CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina), una proteina che gioca un ruolo cruciale nell’innesco dell’emicrania. Se assunto ai primissimi segnali, riesce a bloccare il processo infiammatorio e neurologico che porta al dolore.

Il farmaco è stato testato su 438 pazienti tra i 18 e i 75 anni, tutti con una storia documentata di emicrania. Lo studio è stato condotto in doppio cieco, con somministrazione alternata di ubrogepant e placebo durante due episodi prodromici distinti.

Il risultato? Miglioramenti significativi già entro 1-2 ore dall’assunzione, in particolare su fotofobia, affaticamento, dolore al collo, difficoltà di pensiero e vertigini.

I dati suggeriscono anche qualcosa di più profondo: che l’origine dell’emicrania non sia periferica ma centrale, nel cervello, più precisamente nell’ipotalamo, come ipotizzato da tempo da neurologi e centri specializzati.

“È la prima volta che un trattamento mostra un potenziale nella fase prodromica – spiega Dagny Holle-Lee, direttrice del Centro cefalee della Germania occidentale –. Intervenire in questo momento potrebbe davvero cambiare la qualità di vita di milioni di persone”.

C’è però una precisazione importante. Lo studio, per quanto promettente, è di tipo esplorativo: serviranno ulteriori ricerche mirate per confermare l’efficacia del farmaco su larga scala e in modo statisticamente più solido. Inoltre, ubrogepant al momento non è ancora autorizzato in Europa.

Ma la direzione è tracciata. E se i dati saranno confermati, potremmo trovarci di fronte a una nuova strategia terapeutica: non più rincorrere il dolore, ma anticiparlo, fermarlo, disinnescarlo prima che rovini una giornata.

Per milioni di persone nel mondo, potrebbe non essere solo una cura. Potrebbe essere una liberazione.

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