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Turismo e rendite: una critica alla logica capitalista delle città come merce. Sarah Gainsforth: "Il turismo è un'industria che estrae ricchezza, non la crea"

Sarah Gainsforth, ricercatrice e giornalista, discute la crisi abitativa e le dinamiche di un turismo che trasforma i territori in prodotti da vendere. In vista del suo intervento ai Dialoghi sull’Uomo di Pistoia, approfondisce il ruolo delle politiche urbane e la fine del modello proprietario

Turismo e rendite: una critica alla logica capitalista delle città come merce. Sarah Gainsforth: "Il turismo è un'industria che estrae ricchezza, non la crea"

Le parole di Sarah Gainsforth, esperta di temi legati alla casa, al turismo e alle trasformazioni urbane, sfida la visione tradizionale che vede il turismo come una risorsa. Nel suo intervento al festival Dialoghi sull’Uomo di Pistoia, la Gainsforth offre una lettura critica del modello economico che sta svuotando le città delle loro identità.

"Il turismo oggi è uno strumento che estrae ricchezza anziché produrla", afferma Sarah Gainsforth, mettendo in discussione le certezze che per anni hanno caratterizzato il settore. Secondo la Gainsforth, il turismo non è più solo un'opportunità economica, ma una forma di sfruttamento delle risorse dei territori. Le città sono diventate merci, da consumare, non da vivere. Il capitalismo, infatti, ha separato il valore sociale dei luoghi dal loro sfruttamento economico, creando disuguaglianze territoriali e sociali sempre più evidenti.

Nel suo libro L’Italia Senza Casa, la Gainsforth esplora le disuguaglianze prodotte dalle politiche abitative e il collasso del modello di proprietà privata come fonte di sicurezza. Per lei, la questione non è solo economica ma anche sociale, legata alla mancanza di politiche pubbliche in grado di contrastare la crescente speculazione turistica e immobiliare.

La ricercatrice non esita a suggerire misure impopolari, come il controllo della capacità ricettiva nei luoghi turistici. "Per rendere il turismo più sostenibile, dobbiamo mettere al primo posto i diritti delle persone e dei luoghi", afferma. Parlando di ecologia del turismo, Gainsforth si concentra sull'importanza di considerare l'interconnessione tra diversi processi economici e sociali, sottolineando che una sostenibilità autentica non può prescindere dalla tutela dei diritti fondamentali, come il diritto all’abitare.

Il suo intervento toccherà anche temi scottanti come gli affitti brevi, che secondo Gainsforth sono diventati una delle cause principali della crisi abitativa, alimentando la speculazione. I valori immobiliari sono saliti alle stelle, ma i salari sono rimasti stagnanti, trasformando la casa da bene sociale a patrimonio privato, inaccessibile per i più.

Nel panorama attuale, Gainsforth vede la fine di un ciclo: «La rendita immobiliare ha sostituito il reddito da lavoro, con un'economia che si sta impoverendo. La mobilità sociale è quasi inesistente, e questo ha portato a una condizione economica quasi coloniale, dove attraiamo capitali esterni ma non creiamo benessere diffuso». La situazione, dunque, non è il risultato di una crisi improvvisa, ma il frutto di precise scelte politiche ed economiche che hanno promosso il sistema della proprietà privata come forma di sicurezza e di consenso.

Gainsforth conclude con una riflessione sulle politiche abitative italiane, che secondo lei hanno fallito nel garantire un accesso equo alla casa e nel favorire la mobilità sociale. Il suo appello alle politiche pubbliche è chiaro: è necessario rivedere il sistema economico, incentrato sullo sfruttamento delle risorse naturali e sociali, e adottare misure che proteggano i diritti delle persone. In questo contesto, la politica dovrebbe smettere di agire come se la casa fosse un salvagente individuale” e, invece, affrontare le disuguaglianze con scelte strutturali e impopolari.

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