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Sanità

Celiachia: il modello italiano che l’Europa vuole copiare (ma che ci costa caro)

Assistenza gratuita, rimborsi e informazione capillare: l’Italia è un esempio per i celiaci

Celiachia: un modello di assistenza italiano che fa scuola in Europa

Quando si parla di eccellenze italiane, il pensiero vola subito alla pasta, alla moda, alla cultura. Ma c’è un altro ambito in cui il nostro Paese spicca, e no, non è una contraddizione: è la tutela dei celiaci. Un settore spesso ignorato nel dibattito pubblico, ma che ci vede primeggiare a livello europeo. Tanto che a Bruxelles qualcuno ha già iniziato a guardare al modello italiano come punto di riferimento per una possibile normativa comunitaria.

IL MODELLO ITALIANO: DIAGNOSI, RIMBORSI E INFORMAZIONE

Il motivo? Semplice: in Italia la celiachia è riconosciuta come patologia sociale e, come tale, completamente coperta dal Servizio Sanitario Nazionale. Dalla diagnosi ai controlli, tutto è gratuito. Ma il vero fiore all’occhiello è il rimborso mensile per l’acquisto di alimenti senza glutine, una misura che non ha eguali nel resto d’Europa.

In parallelo, il Paese investe – e non poco – in campagne di sensibilizzazione e formazione, assicurando che operatori della ristorazione, scuole e cittadinanza sappiano cosa comporta vivere da celiaci. Il risultato? Una rete capillare e consapevole che rende la quotidianità di chi ha questa patologia decisamente più semplice rispetto a quella affrontata in altri Stati membri.

Ma questo sistema – celebrato, imitato, persino invidiato – ha un prezzo. Un prezzo economico, prima di tutto. I rimborsi per gli alimenti senza glutine gravano sul bilancio sanitario nazionale, e in tempi di tagli e spending review non è raro che qualcuno sollevi dubbi sulla sostenibilità del modello. A questo si aggiunge l’impegno costante in comunicazione pubblica e aggiornamento professionale, che richiede fondi e continuità.

La sfida è chiara: mantenere un servizio d’eccellenza senza dissanguare il sistema sanitario. È un equilibrio delicato, che richiede monitoraggio, adattamento e coraggio politico. Anche perché, se l’Unione Europea dovesse davvero adottare una normativa ispirata all’Italia, sarà necessario trovare una quadra tra principi condivisi e risorse locali.

Per ora, l’Italia si conferma leader europeo nella tutela dei celiaci. Ma la leadership, si sa, richiede visione e responsabilità. L’importante è non perdere di vista l’obiettivo: garantire a ogni celiaco una vita serena, libera da barriere – e da costi ingiustificati.

Il vero lusso, in fondo, non è una pizza senza glutine. È non dover lottare ogni giorno per ottenerla

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