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Il caso
19 Maggio 2025 - 18:35
L’Intelligenza Artificiale torna al centro di una bufera accademica. Ma stavolta, a finire sotto i riflettori non è uno studente in cerca di scorciatoie, bensì un professore. Rick Arrowood, docente di economia alla Northeastern University di Boston, è stato accusato di aver usato ChatGPT e altri strumenti AI per preparare il materiale del suo corso. A lanciare l'accusa, con tanto di reclamo formale, è stata una sua studentessa: Ella Stapleton, che ha chiesto il rimborso integrale del semestre — ben 8.000 dollari — sostenendo che le lezioni ricevute fossero frutto di un uso superficiale e opaco della tecnologia.
Tutto comincia nel febbraio 2025. Stapleton, mentre rilegge alcune slide del corso sui modelli di leadership, nota qualcosa che non torna. Le frasi sono troppo vaghe, troppo generiche: “Approfondire tutti gli aspetti”, “Essere più dettagliati e specifici”. Una scrittura che ricorda da vicino quella dei tool generativi. Spinta dal dubbio, analizza più a fondo il materiale. E i segnali si moltiplicano: immagini distorte con volti malformati, errori ortografici frequenti, testi incoerenti. Il sospetto si trasforma in denuncia.
Ma a indignarla non è solo la qualità scadente del materiale. C’è una questione più ampia, quasi simbolica: agli studenti è vietato usare l’AI per compiti e saggi, ma un professore può farlo senza dichiararlo? Da qui la decisione di inviare un reclamo ufficiale all’ateneo. La richiesta di rimborso, però, è stata respinta.
Il caso, portato alla luce dal New York Times, ha costretto Arrowood a uscire allo scoperto. Il professore ha ammesso apertamente di aver usato ChatGPT, Perplexity e Gamma per produrre le sue lezioni. “All’inizio sembrava tutto perfetto”, ha dichiarato, “ma col senno di poi avrei dovuto prestare maggiore attenzione”. E lancia un appello ai colleghi: “Chi insegna dovrebbe essere più trasparente nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Sono felice se il mio errore servirà ad altri”.
A fare da scudo all’ateneo è intervenuta Renata Nyul, viceresponsabile delle comunicazioni: “La Northeastern University incoraggia l’uso dell’intelligenza artificiale in tutti gli ambiti — didattica, ricerca, gestione — ma solo se accompagnato da pratiche corrette. Continuiamo ad aggiornare le nostre linee guida per assicurarne un'applicazione coerente”.
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