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IL COLLEZIONISTA FOLLE
25 Maggio 2025 - 09:08
A sinistra Lucio Fontana, a destra una delle sue ultime opere?
PROLOGO
C’è un momento, in ogni collezionista che si rispetti, in cui il dubbio lo morde alla caviglia come un cocker geloso. Un attimo prima sei certo di aver compreso il senso profondo del taglio di Fontana o del barattolo sigillato di Manzoni, un attimo dopo ti ritrovi a parlare con l’intonaco, cercando conferme. Del resto, credere all’incredibile è attività faticosa e poco redditizia in termini sociali: meglio l’ombrello delle convinzioni comuni, più comodo di un letto IKEA già montato. Ma chi ama l’arte, e ancor più chi la colleziona con febbre e bonarietà, sa che i margini sono il vero centro. Ed è lì, tra una stella lasciata vuota e un emisfero disegnato a orecchio, che si annida la verità. Forse. O almeno una cena consolatoria nella credenza. Siamo fatti per cercare messaggi segreti sotto le labbra verdi di un ovoide, che poi è solo un cuore mascherato. L’arte, per chi non ha paura di perdersi, è il luogo dove l’incredibile diventa firma. E il dubbio? Il suo collezionista preferito.
CREDERE A UNA STELLA DEL SUD
Cosa difficilissima se non credi a ciò che tutti credono o se credi a ciò che nessuno crede. Per essere creduto non rimane che uniformarsi al pensiero altrui in modo da far cadere il pregiudizio che tu creda l’incredibile. Sembra un gioco di pensieri più che di parole per chi pizzichi la erre, ma è così. Neppure sei creduto insinuando la piuma di un dubbio, un minimo di analisi del ragionamento e quando avvertirai il profumo acre dall’ira dell’interlocutore che non accetterà divagazioni o fughe in avanti o indietro da ciò che egli ritenesse assolutamente esatto e inconfutabile, allora crederai di essere perduto e ti rifugerai nella credenza della cucina per consolarti con l’ultima cena.
L’influenza dei tagli di Lucio Fontana avrà il sopravvento sulla merda d’artista di Piero Manzoni, ma con una tua intima delusione. Ti salverebbe da una incipiente depressione solo la Intelligenza Artificiale?
Quella artificiale I.A. é stata ammessa alla prova di maturità tramite l’utilizzo di uno strumento chiamato “spettrometro”, assolutamente utile per individuare delle scritte magari sottese alla pittura su carta. L’esempio che vi mostro riguarda un disegno a grafite su carta, attribuibile all’artista argentino Lucio Fontana, il quale intese dedicare a sua moglie una scritta nascosta sotto le labbra verdi di un ovoide in cui lui volle rappresentare l’emisfero australe come si vedeva dall’Argentina il 10 di agosto del 1925: noterete la quinta stella triangolare dal basso, una stella appositamente non riempita di nero da grafite per indicarla come la più luminosa stella del sud, l’equivalente della nostra stella polare. Noterete che la “Figura dell’Ovoide” fu umanizzata con l’inserimento di una bocca di colore verde con la scritta sottostante a due pennellate più verdi, che sono due labbra sotto il cui velo si leggono le ultime dediche alla grande perla del Sud. La dedica vale come prova di autenticità: “A Teresa stella del sud”.
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