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25 Maggio 2025 - 18:15
Durante la visita del presidente russo Vladimir Putin nella regione di Kursk, al confine con l'Ucraina, lo scorso 20 maggio, l’elicottero a bordo del quale viaggiava il capo del Cremlino sarebbe stato bersaglio di un attacco con droni. A rivelarlo è stato il comandante della divisione di difesa aerea russa, Yuri Dashkin, intervenuto nel programma televisivo Vesti Nedeli, in onda su Rossiya 1.
Secondo quanto dichiarato dall’alto ufficiale russo, l’attacco – definito “massiccio” – sarebbe stato portato avanti da droni ucraini e respinto “con successo” dalle forze armate russe, che avrebbero garantito “pienamente la sicurezza del presidente”.
Il Cremlino, in una nota diffusa oggi, ha confermato la visita di Putin nella regione, precisando che si trattava di un “viaggio di lavoro” durante il quale il presidente aveva incontrato il governatore ad interim Alexander Khinstein e rappresentanti delle organizzazioni di volontariato.
Lo stesso 20 maggio, Putin si era recato anche nella città di Kurchatov, per visitare il sito di costruzione della centrale nucleare Kursk-2. In quell’occasione, aveva annunciato l’estensione della zona a economia speciale all’intero territorio della regione, discutendo con il ministero dello Sviluppo economico misure per evitare che le imprese di altre aree si trasferiscano nel Kursk solo per accedere ai sussidi.
La regione di Kursk è tornata sotto il pieno controllo russo, secondo quanto affermato da Mosca alla fine di aprile. A detta del Cremlino, la riconquista dell’area – teatro di un’incursione ucraina nell’agosto 2024 – è stata possibile anche grazie al supporto di combattenti nordcoreani.
Le accuse lanciate da Mosca a Kiev, sebbene non accompagnate da prove o rivendicazioni dirette, si inseriscono nel contesto di una guerra che continua a intensificarsi sul fronte della comunicazione, oltre che sul terreno.
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