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Baleari, stop agli influencer: “Promuovono il sovraffollamento, non il turismo sostenibile”

Il governo locale mette fine alla collaborazione con i creator: “Le loro immagini attirano troppi turisti in zone fragili”

Baleari, stop agli influencer: “Promuovono il sovraffollamento, non il turismo sostenibile”

Le Isole Baleari cambiano strategia: basta con gli influencer. L’arcipelago spagnolo – che include destinazioni celebri come Maiorca, Ibiza, Minorca e Formentera – ha annunciato la fine della collaborazione con i creator digitali che, negli ultimi anni, erano stati ingaggiati per promuovere le bellezze naturali e culturali delle isole.

La decisione arriva dal dipartimento del Turismo del governo regionale, che aveva adottato l’influencer marketing con un obiettivo preciso: distribuire meglio i flussi turistici, spingendo i visitatori verso le aree meno battute e alleggerendo così la pressione sulle mete più iconiche e congestionate. Il risultato, però, è stato opposto alle intenzioni.

Effetto boomerang

Condividendo foto e video spettacolari di baie nascoste, scogliere isolate e villaggi tradizionali, gli influencer hanno finito per trasformare le località più remote in nuovi poli di attrazione di massa. Un paradosso che ha generato disagi crescenti per le comunità locali e ha messo in difficoltà ambienti fragili e infrastrutture non preparate a reggere un tale afflusso.

Lo dimostra il caso di Caló des Moro, piccola spiaggia nel comune di Santanyí, a Maiorca: secondo la sindaca Maria Pons, ogni giorno vi si riversano oltre 4mila persone e 1.200 automobili. “Il comune è costretto a sostenere spese enormi per la sicurezza e la pulizia della caletta – ha spiegato – e tutto è coperto dai residenti con le loro tasse”.

Situazione simile anche a Es Vedrà, isolotto al largo di Ibiza noto per la sua bellezza selvaggia e per le leggende che lo circondano. A marzo è stato chiuso uno dei punti panoramici più visitati, letteralmente preso d’assalto da migliaia di turisti alla ricerca dello scatto perfetto per Instagram.

Un turismo insostenibile

Non è una crociata contro il turismo in sé: questo settore rappresenta infatti il cuore dell’economia delle Baleari (e delle Canarie, anch’esse interessate da proteste analoghe). Il problema, sottolineano le istituzioni, è l’impatto di un turismo eccessivo, mal gestito e poco rispettoso dei territori.

A pagarne il prezzo sono soprattutto gli abitanti: la pressione turistica ha alimentato la speculazione immobiliare, rendendo quasi impossibile trovare alloggi a prezzi accessibili. Le case vengono convertite in affitti brevi, i lavoratori sono costretti a spostarsi altrove e i centri storici si svuotano.

Un cambio di rotta necessario

La rinuncia agli influencer segna una svolta simbolica e pratica. Il governo locale vuole tornare a promuovere un modello di turismo più sostenibile e rispettoso, che valorizzi l’identità delle isole senza snaturarla, e che sappia coniugare l’accoglienza con la tutela dell’ambiente e della qualità della vita dei residenti.

Le Baleari scelgono così di mettere un freno all’estetica del “paradiso su Instagram”, nella consapevolezza che la bellezza va protetta anche dal suo stesso successo.

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