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Tensioni USA-CINA
30 Maggio 2025 - 10:00
La stretta promessa da Trump sui visti studenteschi si ferma, di nuovo, a un passo da Harvard. In un clima già acceso dalle tensioni tra la Casa Bianca e l’accademia più antica (e ricca) d’America, la giudice federale Allison Burroughs ha bloccato l’ordine che avrebbe revocato d’un colpo il permesso di soggiorno a centinaia di studenti stranieri.
È successo nel giorno delle lauree, mentre sul campus sfilavano toghe e garofani bianchi – simbolo della “nostra innocenza”, come ha detto Matas Koudarauskas, uno degli studenti internazionali della classe 2025 promotore dell’iniziativa.
Il provvedimento contestato era solo l’ultimo atto di un braccio di ferro iniziato da tempo tra Donald Trump e le università d’élite americane, accusate dal tycoon di essere “troppo permissive” con gli studenti stranieri, in particolare quelli provenienti dalla Cina. Il segretario di Stato Marco Rubio aveva firmato un’ordinanza durissima, che mirava a colpire studenti affiliati al Partito Comunista Cinese e quelli impiegati in “settori critici” come fisica e tecnologia.
Pechino ha reagito con una protesta formale, definendo la mossa “irragionevole”. Del resto, la Cina rappresenta il secondo gruppo più numeroso di studenti iscritti negli USA. E il messaggio partito da Washington è apparso, ancora una volta, più ideologico che strategico.
Ma Harvard non ci sta. E neppure la giudice Burroughs, che con una decisione netta ha dichiarato: “Voglio mantenere lo status quo”. Un dettaglio che non è passato inosservato: la giudice, infatti, aveva fatto domanda ad Harvard da giovane e non era stata ammessa. Nessun rancore, però – solo la volontà di difendere un principio costituzionale, quello dell’autonomia dell’istruzione.
I legali del governo avevano chiesto 30 giorni per presentare nuove argomentazioni. Ma la giudice ha rimandato tutto al mittente. Anche per rassicurare – in extremis – quei ragazzi che avevano paura perfino di presentarsi alla cerimonia: così ha raccontato al tribunale Maureen Martin, direttrice dei servizi per l’immigrazione dell’ateneo.
Oltre alle toghe e ai fiori, però, c’è anche il peso dell’economia. Gli studenti stranieri contribuiscono per oltre 44 miliardi di dollari all’economia americana e sostengono quasi 380mila posti di lavoro, secondo la National Foundation for American Policy.
Ecco perché, alla cerimonia, l’atmosfera era sì festosa, ma anche carica di significato. Standing ovation per il presidente Alan Garber, che ha accolto con un messaggio chiaro la classe del 2025: “Venite da tutto il mondo, proprio come deve essere”.
Ad applaudirlo anche Kareem Abdul-Jabbar, leggenda del basket e laureato ad honorem, che lo ha paragonato a Rosa Parks, icona dei diritti civili. Una frase che dice molto più di mille slogan.
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