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ALIMENTAZIONE & SALUTE

Allergia alle arachidi: scoperta la cellula che insegna al corpo a non reagire

Le cellule 'Thetis' potrebbero aiutare il sistema immunitario a tollerare uno degli allergeni più comuni e pericolosi

 Allergia alle arachidi: scoperta la cellula che insegna al corpo a non reagire

Per chi è allergico alle arachidi, basta una piccola quantità per scatenare una reazione. Un rischio che obbliga a leggere ogni etichetta, a evitare locali non sicuri, a convivere con la paura. Ma una scoperta recente potrebbe cambiare il modo in cui affrontiamo questa allergia, tra le più diffuse e temute.

Un gruppo di ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center ha individuato nell'intestino alcune cellule, chiamate Thetis, che insegnano al sistema immunitario a non considerare le arachidi – e altri alimenti – come una minaccia. Il loro ruolo è quello di “presentare” al sistema immunitario frammenti di cibo, segnalando che si tratta di sostanze innocue. In questo modo, il corpo impara a non reagire in modo eccessivo.

Quello che rende la scoperta ancora più interessante è il momento in cui questo meccanismo funziona al meglio: nei primi mesi di vita. Negli esperimenti condotti sui topi, le cellule Thetis nei soggetti più giovani riuscivano a istruire il sistema immunitario con un'efficacia otto volte superiore rispetto agli adulti. Un'indicazione chiara: esiste una finestra biologica, all'inizio della vita, in cui il nostro corpo è particolarmente predisposto a sviluppare tolleranza.

Non è un concetto nuovo. Già nel 2015 uno studio aveva dimostrato che introdurre precocemente le arachidi nella dieta dei bambini riduceva significativamente il rischio di sviluppare un'allergia. La differenza è che oggi conosciamo il meccanismo che sta alla base di quel risultato.

Secondo Chrysothemis Brown, che ha coordinato la ricerca, si è riusciti a capire qual è il periodo migliore per insegnare al sistema immunitario a tollerare certi alimenti, e quali sono le cellule che rendono possibile questo processo.

Ora si guarda oltre la prevenzione. L'obiettivo è trovare un modo per “rieducare” anche chi è già allergico: se si riuscisse a indirizzare gli allergeni proprio verso le cellule Thetis, potrebbe diventare possibile ridurre o annullare le reazioni nel tempo. È un'ipotesi di lavoro, ma realistica. E potrebbe rappresentare una svolta per milioni di persone che oggi vivono evitando con attenzione qualcosa di tanto comune quanto una manciata di arachidi.

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